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Luca Morisi, Pietro Senaldi: "Ecco perché la droga dell'ex capo della Bestia non farà male a Matteo Salvini"

La notizia del giorno è quella che riguarda Luca Morisi, l'ex capo della "bestia", la macchina della comunicazione sui social di Matteo Salvini: è indagato perché avrebbe consegnato a tre ragazzi degli stupefacenti. Pietro Senaldi, condirettore di Libero, ne suo video editoriale di oggi ragiona sulle conseguenze di questa vicenda per la Lega e per il suo leader. "Ovviamente è partito il fango, l'ironia e gli attacchi a Salvini come quello, facile, che dice: tu vai a citofonare agli spacciatori, era più facile citofonare a quello che ti curava 'la bestia', anche se Morisi non è uno spacciatore, visto che la procura di Verona ha già detto che è un reato minimo, una vicenda quasi banale", puntualizza Senaldi che poi ragiona sulle conseguenze per le Amministrative che si terranno nel fine settimana. "Il mio giudizio personale", dice il direttore, "è che l'impatto sarà modesto o quasi irrilevante perché il segretario della Lega non può essere ritenuto responsabile, né tantomeno complice, di quello che fa nel tempo libero un consulente della Lega". Prosegue Senaldi: "Opportune le dimissioni, tra l'altro si potrebbe fare di necessità virtù visto che anche prima che si sapesse di questa vicenda giudiziaria la guida dei social era stata oggetto di numerosi attacchi perché ritenuta troppo di opposizione, troppo poco governativa, troppo battagliera, anche un po' ripetitiva e passata".  Quindi, conclude il direttore: "Di necessità perché era necessario il passo indietro di Morisi per non gettare ombre sulla figura di Salvini, si può fare virtù e iniziare un nuovo percorso comunicativo della Lega anche perché è ovvio che la forza della 'bestia', che è stata fondamentale per portare la Lega al 34%, si sta indebolendo".

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