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Cartelle esattoriali, il brutto vizio del Fisco: una volta su due chiede tasse che non dobbiamo pagare

Il blocco delle cartelle esattoriali disposto dal governo per l'emergenza pandemica continua a far diminuire le liti. Secondo l'ultimo rapporto diffuso dal ministero dell'Economia e delle finanze alla data del 30 giugno le controversie tributarie pendenti erano 297mila. Si tratta di un valore che per la prima volta scende sotto la quota delle 300mila unità e che rappresenta un calo del 16% rispetto al giugno 2020 e del 13% rispetto al dicembre 2020. Nel secondo trimestre, però, a far abbassare l'asticella non è stato tanto il decremento delle cause presentate, quanto l'aumento dell'attività giudicante. In altre parole, le commissione tributarie hanno lavorato di più. Le nuove controversie instaurate in entrambi i gradi di giudizio nel secondo trimestre, pari a 37.442, seppure dimezzate rispetto al periodo prepandemico, risultano in aumento rispetto all'anno prima del 6,11%. A fare la differenza è stata l'attività delle toghe tributarie. Le controversie definite nello stesso periodo sono state 54.136 con un balzo tendenziale addirittura del 139,88%, dovuto principalmente al fatto che lo scorso anno era tutto bloccato dal Covid. Pandemia o no, quello che non cambia mai è il vizietto del fisco di pretendere soldi anche quando non c'è la certezza che siano dovuti. I dati, ancora una volta, parlano chiaro. Nel secondo trimestre del 2021 nelle commissioni tributarie provinciali la percentuale di giudizi completamente favorevoli all'ente impositore è stata del 50%. La musica è quasi la stessa nel grado di appello. Nelle commissioni tributarie regionali, infatti le cause che si sono concluse a favore dell'erario sono state il 48% del totale. Insomma, siamo alle solite. Continuano a dirci che il problema dell'Italia sono gli evasori, poi il fisco una volta su due ci chiede tasse che non dobbiamo pagare.

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