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A Milano, la prima statua dedicata a una donna. Il critico Luca Beatrice: "Il genere non conta"

A Milano, per raggiungere il parco intitolato alla scrittrice e giornalista Oriana Fallaci, si attraversano viale Beatrice d'Este e via Bianca di Savoia. Questo è uno dei rarissimi punti della città ad alta concentrazione di nomi femminili. Infatti sulle 2.593 vie e piazze dedicate a persone solo 127 sono intitolate a donne. Se n’è accorto sul finire della campagna elettorale anche il sindaco Giuseppe Sala che alcuni giorni fa ha inaugurato una statua dedicata alla patriota risorgimentale Cristina Trivulzio di Belgiojoso sottolineando la sua volontà di colmare il disequilibrio di genere sulle targhe cittadine. Fino a due anni fa tutte le 121 statue del capoluogo lombardo raffiguravano personaggi maschili, come a Torino e a Napoli, mentre a Roma si trova una solitaria Anita Garibaldi. Nel 2012 da un originario gruppo Facebook è nata l’associazione “Toponomastica femminile”, che ogni 8 marzo chiede a tutti Comuni d’Italia di intitolare tre vie a tre figure femminili. Già nel 2019 un’opera alta tre metri e mezzo della scultrice Rachele Bianchi è stata posata in via Vittor Pisani: per Milano è stato il primo monumento che raffigura una donna e anche il primo a essere stato realizzato da una donna. Nel 2022 a Milano sarà dedicata una statua anche all’astrofisica Margherita Hack. Ma nei 21 capoluoghi di regione, su un totale di oltre 24mila strade, quelle dedicate a figure femminili, escluse le sante, sono meno di mille. C’è anche chi pensa, come il critico d’arte Luca Beatrice, che molte strade abbiano dediche inutili e che la questione di genere non debba essere il criterio con cui scegliere a chi intitolare una via.

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