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Whatsapp, la sentenza: insulti nello stato del profilo? Condannato a pagare 3mila euro

Dopo Facebook, Instagram e Twitter, tocca pure a WhatsApp. Anche per la popolare app di messaggistica arriva la prima condanna per diffamazione. La vittima, o meglio l'autore del reato, è un signore di Caltanissetta finito sotto processo per aver offeso una donna. Se vi state chiedendo come sia possibile diffamare qualcuno attraverso un messaggio privato, la spiegazione c'è. La frase incriminata è stata pubblicata sullo stato del profilo, il cui contenuto è visibile a tutti i contatti in rubrica che abbiano scaricato la app. Per questo, ha spiegato la Cassazione, condannando definitivamente l'uomo a 3mila euro di multa più le spese legali, è stato possibile applicare l'articolo 595 del Codice penale, che punisce chiunque, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione.   

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