Tasse, le imprese italiane pagano le bollette più alte d'Europa
Più sei piccolo più paghi. Che il sistema italiano delle tariffe energetiche sia uno dei più ingarbugliati al mondo non è un mistero. Bollette incomprensibili, tasse occulte e palesi, oneri di sistema per finanziare settori che non avrebbero alcun bisogno di essere sostenuti, canone Rai. Tutto questo provoca distorsioni, oneri spropositati e paradossi. Come quello di cui sono vittime le piccole imprese. Secondo recenti calcoli della Cgia, per l'elettricità le nostre aziende pagano mediamente 151 euro ogni 1.000 kwh consumati contro i 77 delle imprese più grandi mentre per il gas il rapporto è di 59 euro contro 21. Nel primo caso gli oneri sono il 96,6% in più, nel secondo addirittura il 178%. Si tratta di un differenziale ben più alto di quello che si registra nel resto del Continente dove le due medie sono rispettivamente del 67 e del 137%. Ma non è tutto, perché il confronto con l'Europa ci dice non solo che le piccole imprese da noi sono molto più svantaggiate rispetto alle grandi ma anche che sono quelle in assoluto che pagano il costo più alto per approvvigionarsi. L'Italia infatti è al secondo posto nella Ue, dopo la Germania per il prezzo dell'elettricità, e in media la tariffa è superiore del 18%. Il motivo? Principalmente è questione di tasse. Gli i oneri fiscali e parafiscali per la fascia di consumi fino a 20 mwh sono infatti maggiori del 36,2% rispetto a quelli applicati nella media dei Paesi dell'Eurozona. Ora in Italia, tra le altre, sta lavorando a due grandi riforme: quella fiscale e quella della transizione energetica. Pensate che questi problemi siano in agenda? Inutile rispondere .