Pd, Santori, il sindaco e l'assessore: la sinistra a Bologna si censura da sola
Adesso nel Pd si censurano pure tra di loro. Dopo il caso del deputato di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami, prima invitato alla Festa dell’Unità di Bologna e poi bollato come fascista e persona non gradita, ora i compagni si concentrano sulle lotte interne. Nel capoluogo emiliano, in particolare, si litiga sulle liste elettorali in vista delle elezioni comunali, col candidato sindaco Matteo Lepore accusato di aver messo il veto su quelli che non l’hanno sostenuto alle Primarie. Come l’assessore uscente alla Sicurezza Alberto Aitini, che però, come riportato dal Corriere di Bologna, passa al contrattacco: “Che qualcuno voglia lasciare fuori la parte riformista e un pezzo significativo del partito è molto grave e antidemocratico”. Poi la sparata contro la sardina Mattia Santori, accolta a braccia aperta dai vertici e messa in lista: “Faccio notare che si preferisce chi ha detto che il Pd è un marchio tossico a persone che rappresentano il Pd da anni".