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Mario Draghi e Marta Cartabia, Pietro Senaldi: "Così Giuseppe Conte può sgambettarli"

La riforma della giustizia, un compromesso al ribasso come lo ha definito la ministra Marta Cartabia, sembrava cosa fatta. "E invece non si si riesce ad andare punto e a capo", tuona Pietro Senaldi, condirettore di Libero sul suo video editoriale di oggi. E spiega: "Giuseppe Conte fa sapere che i Cinque Stelle non trovano questa riforma giusta perché sarebbe una negazione di tutto l'operato dell'ex ministro Bonafede e allora bisogna trovare un nuovo accordo". Ricorda Senaldi che "sulla riforma della giustizia c'è la fiducia posta da Mario Draghi che quindi può sfidare i grillini in parlamento: o passa la Cartabia o si va tutti a casa". "Non è detto però che Draghi opti immediatamente per una linea diretta di forza senza provare un'ennesima mediazione. Che", fa notare il direttore, "sarebbe un compromesso ancora più al ribasso". "D'altronde i grillini ormai non contano più niente in parlamento", incalza Senaldi puntualizzando che "il 70% di loro ha la data di scadenza come lo yogurt, e grazie a Dio non li vedremo più, però contano per un'unica cosa: l'elezione del presidente della Repubblica dove loro hanno il 34% dei deputati e dei senatori e quindi un ruolo decisivo". "Chi sono i due maggiori candidati alla successione di Sergio Mattarella?" chiede maliziosamente il direttore. Che risponde: "Mario Draghi e Marta Cartabia". "Siccome siamo tutti esseri umani", conclude Senaldi, "è difficile che Draghi e la Cartabia decidano di andare come panzer contro i grillini che sono i loro grandi elettori".

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