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Altro che abolita la povertà, siamo i più indigenti d'Europa

Ricordate la storia della povertà abolita col reddito di cittadinanza? Ebbene nel 2020, secondo le stime definitive dell'Istat, le famiglie in povertà assoluta sono diventate oltre due milioni, per un totale di oltre 5,6 milioni di individui, in pratica quasi il 10% della popolazione italiana. Si tratta di un incremento significativo rispetto al 2019, quando la percentuale non arrivava neanche all'8%. La colpa, ha sostenuto tutto lo schieramento che difende il reddito di cittadinanza, che va dal Movimento cinque stelle al Pd passando per la sinistra radicale, è soltanto del Covid, che ha creato condizioni imprevedibili e ha annullato gli effetti positivi del sussidio voluto dai grillini.
Di sicuro la pandemia ci ha messo lo zampino, però i dati Eurostat ci raccontano anche un'altra verità. E cioè che in Europa il reddito familiare disponibile medio e il tasso di rischio di povertà sono rimasti sostanzialmente stabili. Gli unici Paesi in cui è cresciuto sono Spagna, Croazia, Slovenia, Grecia e Italia, dove c'è stato uno degli incrementi più alti. Questo cosa significa? Non soltanto che il reddito di cittadinanza non funziona, cosa che in parte già si sapeva, ma anche che rispetto alle principali economie del Vecchio Continente, il governo Conte, malgrado la pioggia di sussidi, la cassa integrazione, il reddito di emergenza, i ristori e i prestiti garantiti dallo Stato non è riuscito a contenere l'esplosione della povertà. Tanto per ricordarlo, nel nome del non lasceremo nessuno indietro, l'ex premier nel 2020 ha aumentato il debito pubblico di circa 160 miliardi di euro. Forse potevano essere spesi meglio.

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