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Silvio Berlusconi, lo schiaffo della giustizia a Esposito, la toga che condannò il Cav

Ce l’aveva con un cameriere, con il responsabile dell’hotel e con un altro dipendente della struttura il giudice Antonio Esposito, presidente del collegio della Cassazione che emise la sentenza definitiva del processo Mediaset con la condanna di Silvio Berlusconi. Aveva deciso di portare in tribunale i tre addetti di un albergo campano i quali nel 2014 avevano riferito di averlo sentito pronunciare parole offensive all’indirizzo dell’ex Cavaliere del tipo: "A Berlusconi, se mi capita l’occasione, gli devo fare un m… così…”. Cosa che poi è avvenuta. Ma la denuncia della toga in pensione  Esposito, e qui sta la notizia, non ha avuto alcun seguito: la sua richiesta è stata respinta perché il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli Giovanni Vinciguerra, accogliendo la richiesta del pubblico ministero, ha disposto l’archiviazione del procedimento avviato nei confronti di alcuni testimoni degli avvocati della difesa dell’ex premier. Le dichiarazioni dei tre  "per quanto tacciabili di ‘inverosimiglianza’ … non possono, però, comunque, considerarsi ‘false’", ha scritto il giudice Vinciguerra nella sentenza del 2 luglio. Legittime, dunque, le indagini difensive dell’avvocato Bruno Larosa, legale di Berlusconi, per sostenere il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo in relazione alla condanna inflitta dalla Suprema Corte presieduta dal giudice Esposito.

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