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Abusivismo edilizio, è una guerra persa in partenza: solo un immobile irregolare su tre viene demolito

Recentemente ci siamo occupati dei problemi legati alla riscossione. Circa 1000 miliardi di cartelle esattoriali accumulate dal 2000 e una percentuale di ruoli incassati che si aggira sul 10% l'anno. Ma se gli evasori fiscali hanno un'elevatissima probabilità di cavarsela lo stesso accade a chi costruisce edifici abusivi, che oltre a violare le regole e risparmiare quattrini mettono anche a rischio la vita delle persone. Anche in questo caso il problema non è quello di scovare i furbetti, ma di portare a termine l'attività di contrasto agli abusi. Secondo l'ultimo rapporto di Legambiente, infatti, dal 2004 al 2020 sono stati raggiunti da un provvedimento amministrativo di demolizione ben 57.250 immobili. Gli abbattimenti effettuati, però, sono stati soltanto 18.838. Questo significa che appena il 32,9% delle ordinanze viene eseguito. La percentuale sarebbe ben più bassa se si considerassero solo le regioni del Sud. Se al Nord, infatti, si viaggia su percentuali di abbattimento che vanno dal 66,8% per il Veneto al 44,2% della Lombardia, nel Mezzogiorno troviamo la Campania che, seppure registrando una crescita, si ferma al 19,6%, la Calabria che registra un 11,2% e la Puglia dove addirittura le demolizioni effettuate sono solo il 4% di quelle programmate. Con numeri di questo tipo è evidente che qualsiasi forma di contrasto all'abusivismo edilizio è destinata a fallire. Se le autorità dopo aver scoperto l'irregolarità ed accertato la pericolosità dell'immobile riescono a ripristinare lo stato dei luoghi, quando va bene, una volta su tre, tanto vale non fare neanche i controlli e risparmiare risorse dei contribuenti.   

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