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Mugello, scomparsa del piccolo Nicola: il racconto del giornalista e del carabiniere che l'hanno ritrovato

Tutto comincia con un attacco di panico. Un giornalista, Nicola Tanturli, sta andando in auto al casolare del Mugello dove abita la famiglia di Nicola, il bambino di 21 mesi di cui si sono perse le tracce da lunedì notte. All’improvviso il respiro gli manca, deve scendere dall’auto, il casolare dista ancora due chilometri ma lui preferisce continuare a piedi. Si deve fermare però sul ciglio di un burrone, per prendere fiato e provare a calmarsi. Ed è lì che sente un lamento provenire dal fondo. «Ho pensato che fosse una mia suggestione» racconta ora il giornalista, «ma poi è arrivato un altro lamento. Ho chiamato il bambino per nome, lui ha risposto chiamando la mamma». A portare in salvo Nicola provvede un carabiniere, sopraggiunto in auto in quel momento. Il giornalista gli racconta tutto, lui è un po’ scettico, pensa a un animale selvatico. Comunque si cala, per venticinque metri, e alla fine lo trova. Nicola non piange, racconta il carabiniere. Per lui solo pochi graffi e un bernoccolo, nessuna ferita seria. Probabilmente non ha passato la notte in quel posto perché l’erba intorno a lui non appare calpestata.

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