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Concorsone per il Sud: pure i supertecnici del Pnrr vogliono il posto fisso

Come ormai sappiamo tutti il Piano nazionale di ripresa e resilienza per essere attuato nei tempi rapidi giustamente imposti dalla Ue ha bisogno di professionalità adeguate, sia per numero che per competenze, che la Pubblica amministrazione attualmente non è in grado di offrire. E' per questo che il ministro Renato Brunetta ha messo a punto il cosiddetto decreto assunzioni, regole semplici e più veloci per soddisfare il fabbisogno di risorse aggiuntive. Un tassello di questo piano è stato già avviato con il famoso concorsone per il sud, finalizzato ad assumere per 3 anni  personale qualificato da affiancare alle amministrazioni del Mezzogiorno. Dovendo puntare al massimo, tra circa 70mila domande, la selezione per titoli ha portato all'individuazione di 8.582 candidati con i requisiti migliori da ammettere alle prove scritte. Un numero sufficiente a coprire i 2.800 contratti messi a disposizione. Tutto bene? Per niente. La metà dei selezionati non si è presentata al concorso, costringendo il ministro a riaprire il bando e ad ammettere alle prove scritte anche i candidati inizialmente esclusi. Un pasticcio? No, un problema serio per il Pnrr. Il concorso per il Sud alla fine si svolgerà come previsto. E attraverso le prove d'esame saranno selezionati i più qualificati. Ma per portare avanti il Piano di ripresa la Pa avrà bisogno di decine di migliaia di nuove risorse con competenze di alto livello. Esattamente quelle che non si sono presentate all'appello. Due le ipotesi: i giovani qualificati scelgono strade considerate più gratificanti, chi decide di lavorare per lo Stato pretende il posto fisso. In entrambi i casi una bella gatta da pelare per Renato Brunetta, che ha ammesso: "Ci servono professionalità specifiche, temo che non le troveremo". 

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