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A Torino in mostra gli scatti vincitori del World Press Photo 2021: gli italiani hanno sbancato

Nicoletta Orlandi Posti in questa nuova puntata di ART’è parla del World Press Photo, il concorso di fotogiornalismo più famoso e prestigioso al mondo. La sua storia inizia nel 1955 ad Amsterdam e da allora ogni anno vengono premiati i migliori scatti di cronaca, costume e sport effettuati da professionisti. Le foto dei vincitori e dei finalisti vengono esposte in mostre itineranti in 120 città in tutto il mondo. In Italia l'esposizione di queste significative istantanee dell'anno appena trascorso è in corso nella sala Senato di Palazzo Madama a Torino. Ecco allora in mostra i 159 scatti dei fotografi finalisti della 64ª edizione e ovviamente dei vincitori delle otto sezioni del concorso a partire da quello che ha trionfato nel World Press Photo of the Year 2021.  Si tratta dell’abbraccio tra l'ottantacinquenne Rosa Luzia Lunardi e l'infermiera Adriana Silva da Costa Souza, nella casa di cura Viva Bem, a San Paolo del Brasile. L’immagine è stata realizzata il 5 agosto 2020 dal fotografo danese Mads Nissen: immortala la “tenda dell’abbraccio”. Come in molte altre parti del mondo, anche in Brasile – dove il presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, aveva ignorato ogni avvertimento sulla gravità della pandemia e il pericolo rappresentato dal virus - le case di cura hanno chiuso le porte ai visitatori, impedendo a milioni di brasiliani di fare visita ai loro parenti anziani. Gli operatori delle case di cura hanno ricevuto l’ordine di ridurre al minimo il contatto fisico con i più vulnerabili. Al Viva Bem, una semplice invenzione, “la tenda dell'abbraccio”, ha permesso alle persone di abbracciarsi di nuovo. 
Il secondo riconoscimento più prestigioso del concorso, il World Press Photo Story of the Year 2021, è andato per la prima volta a un italiano, Antonio Faccilongo, di Roma, con un servizio per Getty Reportage dal titolo Habibi (“amore mio”). Circa 4.200 palestinesi sono detenuti nelle carceri israeliane, alcuni dei quali con condanne da 20 anni o più: se le visite coniugali sono negate e il contatto fisico è vietato, fin dai primi anni 2000, i detenuti palestinesi, che desiderano avere figli, contrabbandano il loro sperma fuori dalla prigione, nascondendolo, per esempio, nei regali agli altri figli. Habibi racconta proprio il coraggio e la perseveranza di queste persone, sullo sfondo di uno dei conflitti più lunghi e complicati della storia moderna.
Primo premio, nella sezione Stories - Spot News, per Lorenzo Tugnoli, di Ravenna, dell’agenzia Contrasto, che ha raccontato l'esplosione, causata da più di 2.750 tonnellate di nitrato d’ammonio ad alta densità, che ha scosso Beirut, in Libano, il 4 agosto 2020: lo scoppio ha danneggiato o distrutto circa 6.000 edifici, uccidendo almeno 190 persone, ferendone altre 6.000 e lasciandone sfollate almeno 300.000. Gabriele Galimberti, toscano, originario della Val di Chiana, con un reportage realizzato per National Geographic, ha vinto il primo premio in Stories - Portraits. Racconta per immagini un dato: secondo lo Small Arms Survey, la metà di tutte le armi da fuoco possedute da privati cittadini nel mondo, per scopi non militari, si trova negli Stati Uniti. Il numero di armi da fuoco è superiore alla popolazione del Paese: 393 milioni di armi contro i 328 milioni di persone.
La mostra è organizzata dall'organizzazione pugliese CIME che è uno dei maggiori partner europei della Fondazione World Press Photo di Amsterdam, e Fondazione Torino Musei. Si potrà visitare fino al 22 agosto

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