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Poesia, "è il linguaggio con cui nasce l'uomo", da Emily Dickinson a Robert Frost fino a Caparezza

Costanza Cavalli intervista per Liberotv Davide Brullo , giornalista, scrittore, poeta, fondatore della rivista letteraria Pangea . Dopo aver parlato con il filosofo Silvano Petrosino dell'impatto che la filosofia potrà avere sulla costruzione del nuovo mondo che sta sorgendo dopo la pandemia. Oggi ci rivolgiamo a un'altra faccia di questa medaglia, la poesia. Italo Calvino in una lezione del 1986 parafrasò così il verso del Purgatorio di Dante(XVII Canto) “Poi piovve dentro a l'alta fantasia”: “La fantasia è un posto dove ci piove dentro”. Nel senso che la fantasia è una proprietà dell'uomo ma è permeabile ad agenti esterni, è mobile e fertile. In che modo, in questo particolare momento di forzato cambiamento, questa osservazione si applica alla poesia, come aiutare noi umani più che sopravvivere, a vivere di nuovo, a indirizzare la nostra sensibilità? Chi sono, chi saranno i poeti che affrontano il tempo della pandemia? C'è qualcosa di nuovo cui attenzione o volgiamo ancora gli occhi ai classici? Possiamo dire che la poesia è un antidoto alla “liquidità” che pervade le attività umane? L'umanità ne sentirà il bisogno? La parola rap come quella di Caparezza , la parola cantautorale come quella di Bob Dylan o diIvano Fossati (sono solo esempi), la parola della poesia propriamente detta. Immersi nel linguaggio stringato e avaro dei social e incapace di profondità. Quindi la poesia di oggi come si applica, come aderisce al nostro tempo? Nella sua rivista Pangea c'è un articolo che mette insieme la presenza della giovane poetessa Amanda Gorman , 23 anni, alla cerimonia di inaugurazione di Biden e la prefazione di papa Bergoglio alla raccolta di poesie di Luca Milanese , ventottenne romano. È la poesia che cerca nuova visibilità affiancandosi ai grandi o è il contrario, i grandi usano la poesia per accreditare un sé un valore culturale?

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