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Immigrazione, Vittorio Feltri: "Governo incoerente, deve chiudere i porti ai non gli aeroporti ai turisti"

Il direttore di Libero, Vittorio Feltri commenta oggi la notizia della chiusura degli aeroporti per i passeggeri provenienti da Paesi dove la pandemia ancora non è sotto controllo per evitare nuovi contagi. "In Italia succedono davvero cose stravaganti", dice Feltri: "abbiamo appreso che il traffico aereo da molti Paesi dell'Oriente verso l'Italia sono stati sospesi, anzi sono totalmente vietati, per evitare che persone ammalate di covid, nelle varie forme in cui si è trasformato questo tremendo virus, possano peggiorare le cose nel nostro Paese". Una buona iniziativa secondo Feltri che però fa notare come mentre "noi blocchiamo i voli regolari, ma non blocchiamo gli arrivi dei clandestini".  "Qui siamo a una contraddizione pazzesca", tuona il direttore che spiega: "chi non riesce a venire legalmente ci viene illegalmente in Italia quindi il traffico continua e continua ad essere pestilenziale". "La cosa", nota Feltri, "non ha suscitato grande scalpore perché ormai sulla vicenda degli immigrati la gente si è abituata agli arrivi a Lampedusa ed anche in altre zone italiane e si è quasi rassegnata. La cosa è antipatica perché adesso noi vogliamo andare in Libia a portare dei soldi in modo che nessuno possa più partire da quel Paese per arrivare in Italia con i barconi superaffollati di disperati". "Benissimo", dice Feltri, "la cosa potrebbe anche essere intelligente ma come possiamo noi pagare tanti soldi alla Libia per evitare che partano mentre quando poi arrivano in Italia noi non battiamo ciglio e accogliamo tutti". "La cosiddetta chiusura dei porti non è un atto di egoismo", chiarisce Feltri, "è un atto di giustizia: andrebbero chiusi i porti e non gli aeroporti". E spiega: "Negli aeroporti arriva gente in regola con i documenti mentre quelli che arrivano con i barconi non sappiamo neanche chi sono e siamo costretti ad accoglierli, a pagarli dopodiché ne subiamo le conseguenze anche sul piano dell'ordine pubblico". "Insomma", conclude il direttore di Libero, "un minimo di coerenza imporrebbe al governo di porre riparo a queste assurde ingiustizie che però minano la tranquillità degli italiani".

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