Roma, il Titanic della Capitale, una nave abbandonata nel centro della città da più di 10 anni
I primi guai arrivano con i nubifragi del dicembre 2008. Il Tevere si ingrossa e diversi barconi ormeggiati sulle sponde vanno alla deriva. Tra questi c'è anche il Tiber II, una motonave a due piani di quasi quaranta metri in grado di trasportare 350 turisti lungo il fiume della Capitale. Per disincagliarlo dalle volte di Ponte sant'Angelo, nel centro storico di Roma, ci vogliono i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile, la Capitaneria di Porto e persino gli incursori della Marina Militare, che fanno brillare alcune cariche esplosive. Due anni dopo, sempre a dicembre, la storia si ripete. Il barcone si disancora e questa volta viaggia fino al Ponte Principe Amedeo, dove si incaglia. Interviene di nuovo la Protezione civile. Ma subito dopo pure la magistratura, che dispone il sequestro del mezzo e il posizionamento, temporaneo, nell'area golenale di Lungotevere della Vittoria, nel quartiere Prati, tra lo Stadio Olimpico e il Tribunale. Volete sapere com'è finita? Il relitto è ancora lì, a fare bella mostra di sè tra club esclusivi e circoli di canottaggio. Lamiere arrugginite, arredi marciti, decine di litri di olii e carburante infiammabili. Il Tiber II, ribattezzato dai romani il Titanic della Capitale, giace da 11 anni nel bel mezzo di una delle zone più prestigiose di Roma. Eppure la carcassa del barcone è ben visibile non solo ad occhio nudo da chi passa da quelle parti o, ancor di più, da chi va a fare attività sportiva sulla sponde del Tevere, ma addirittura dalle immagini satellitari, a cui chiunque nel mondo, attraverso i servizi di Google, può accedere. Una bella pubblicità per la città eterna. A nulla sono serviti i numerosi esposti dei residenti né le numerose interrogazioni presentate alla Regione Lazio. L'ultima, di qualche giorno fa, della leghista Laura Corrotti. Dal palazzo della Pisana, ci mancherebbe altro, assicurano che sono al lavoro per risolvere il problema. L'iter amministrativo per la rimozione è già partito, ha spiegato la responsabile regionale dei contratti di Fiume, Cristiana Avenali, aggiungendo che "se tutto andrà per il verso giusto per la prossima estate il relitto non ci sarà più". Ma la burocrazia che ha impedito la bonifica dell'area per oltre 10 anni sembra ancora in agguato. Togliere il Tiber II dalla banchina del Tevere è un'operazione costosa, complicata e forse non ancora legittima, considerati i procedimenti giudiziari che riguardano il vecchio proprietario, che dovrebbe farsi carico delle spese della rimozione, e il groviglio normativo sulla suddivisione delle competenze fra Regione e Comune. Nel frattempo, c'è chi da anni ha colto l'opportunità di un immobile libero vista fiume. Sembra che il Titanic sia diventato il rifugio di chiunque sia in cerca di un riparo. Cosa che, oltre al degrado, all'incuria e alla sporcizia, comporta anche evidenti rischi. Chi vive lì, infatti, accende fiamme libere per cucinare e riscaldarsi. Senza curarsi troppo della presenza di liquidi pronti ad esplodere alla prima scintilla. Per dieci anni, fortunatamente, è andata bene. Per i prossimi dieci, non resta che incrociare le dita. Il servizio di Sandro Iacometti.