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Vittorio Feltri contro Enrico Letta: "Il Pd doveva lasciarlo a Parigi a grattarsi il ventre"

Il direttore Vittorio Feltri parla oggi di Enrico Letta. "Tutti gli italiani si sono accorti che il nuovo segretario del Partito Democratico dice cose che non le salta neanche un cavallo, nel senso che dice delle enormità", attacca Feltri. "La prima che ha sparato è stata quella di voler dare il voto a chi ha 16 anni: ma se noi i ragazzi non riusciamo neanche a mandarli a scuola, vogliamo mandarli al seggio? Una cosa ridicola perché a 16 anni il carattere ancora non si è formato e probabilmente anche le informazioni che sono in possesso di un sedicenne non sono tali da consentirgli una scelta politica". "Questa cosa non andrà in porto, quindi la ritengo una boutade", taglia corto Feltri. Poi c'è la questione ius soli, due termini latini che indicano il "diritto del suolo": se uno va in un territorio e ci rimane un po' di tempo, il suolo di quel territorio diventa anche suo per cui ha diritto alla cittadinanza. "L'Italia è il Paese d'Europa che la concede con più facilità a prescindere dallo ius soli", puntualizza Feltri, "quindi è un'altra cavolata del nuovo segretario del Pd". "Ma l'ultima", dice il direttore di Libero, "è la più clamorosa". E spiega: "Letta suggerisce di aumentare la tassa di successione, il che significa tassare ulteriormente dei soldi su cui, se li ho messi in banca, ho già pagato le tasse evidentemente. Aumentare la tassa di successione significa massacrare i cittadini in una maniera che non sta né in cielo, né in terra. Questi soldi secondo Letta, dovrebbero costituire un fondo, una sorta di dote, da dare ai ragazzi quando compiono 18 anni". "Mi sembra una cretinata senza confini", conclude Feltri che poi affonda: "Il povero Letta, che è stato prelevato addirittura da Parigi per fare il segretario del Pd, probabilmente doveva essere lasciato sotto la Torre Eiffel a grattarsi il ventre".

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