Alex Schwazer, l'intervista all'allenatore: "Escluso da Tokyo perché ancora fortissimo"
Nel servizio di Tommaso Lorenzini per Liberotv , la storia di Alex Schwazer. Sono passati 5 anni da quell'8 maggio 2016, quando Alex Schwazer rientra alle gare di marcia dopo tre anni e mezzo di squalifica per doping, costategli la reputazione, la separazione dalla fidanzata Carolina Kostner , il congedo forzato dall'arma dei carabinieri. Quel giorno a Roma Alex stravince la 50 km, si prende il passo per le Olimpiadi di Rio, è convinto che la ricostruzione della propria vita abbia mosso i primi passi, ma non sa che meno di un mese dopo sarà travolto da una nuova positività al doping, da otto anni di squalifica. Il fango nel quale viene trascinato Alex inizia a venir spazzato via solo oggi grazie a un magistrato di Bolzano, Walter Pelino , che in quel controllo antidoping dell'1 gennaio 2016 non ci ha mai visto chiaro, disponendo indagini dalla portata inedita e dirompente. La sua conclusione è una bomba e archivia ogni accusa contro Schwazer: "Le urine di Alex furono manipolate per farle risultare positive ". Da quale mano non si sa, però l'agenzia mondiale antidoping, la Federazione mondiale di atletica leggera e il laboratorio antidoping di Colonia da accusatori sono diventati accusati. Hanno accolto la sospensiva alla squalifica, impedendo ad Alex di Tornare alle gare. Il professore Sandro Donati e Stato Il Primo collect Ormai sei anni fa il grido di dolore di Schwazer, a credergli, ad essere il suo Virgilio nella risalita dall'inferno. "La vicenda giudiziaria dal punto di vista sportivo purtroppo finisce qui, la mancata sospensiva alla squalifica decretata dal Tribunale svizzero di Losanna impedisce ad Alex di andare alle Olimpiadi di Tokyo. Eppure, sarebbe stato in forma, le sue performance in allenamento sono eccezionali. Chissà , forse anche questo ha influito: se fosse stato un atleta irrilevante, ai Giochi magari lo potrebbero ammesso ". Donati insiste: "Adesso, viste le conclusioni del Tribunale di Bolzano, Alex andrà avanti con le cause per avere giustizia e soddisfazione, dopo cinque anni in cui ha subito di tutto. Resta sempre più scarsa la credibilità del sistema antidoping. Del resto, negli anni passati i vertici della Federazione internazionale di atletica ei responsabili dei controlli si facevano allegramente dare soldi dai russi per insabbiare i casi di positività ".