Immigrazione e natalità: le mosse dell'Italia e quelle della Germania
Anche per quest'anno nascite in calo nel nostro Paese , lo dice l ' Istat che parla di 394.210 bimbi nati nel 2021 rispetto agli oltre 4mila del 2020. Agli Stati Generali della Natalità di Roma sia il Papa che il premier Mario Draghi , come tutte le più alte cariche istituzionali, hanno ribadito che senza figli un Paese non ha futuro e le culle vuote sono un dramma sia a livello economico che sociale. In segno di buon auspicio Bergoglioe Draghi si sono scambiati in dono i bonsai di fico simbolo della fertilità, ma al di là dei discorsi di rito contano i fatti e cioè gli investimenti per la famiglia. L'Italia spende di più per accogliere i profughi che per aiutare i giovani madri o, meglio, l'Italia è tra i Paesi che investono meno sulla prole, mentre Germania, Francia e Stati dell'Est destinano decine di miliardi per incentivare le nascite . Non lo diciamo noi ma la conferma arriva dagli istituti europei di Demografia. La Germania di Angela Merkel, in passato uno dei fanalini di coda in quanto a numero di neonati, negli ultimi tempi ha invertito la tendenza e questo si deve alle politiche di sostegno alle famiglie. Il governo Draghi, è vero, ha lanciato l'assegno unico per i figli, ma scatterà solo nel 2022 e prima devono essere approvati i decreti attuativi. Insomma, la burocrazia ancora una volta rallenta lo sviluppo e intanto, però, le culle si svuotano.