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Virginia Raggi, l'autogol sulle piste ciclabili: catrame sul Tevere per far pedalare i romani

Catrame, bitume, colata d'asfalto. Virginia Raggi ce la sta mettendo tutta per abbellire la Capitale in vista delle elezioni comunali del prossimo autunno. Ma quando sulle sponde del Tevere, nel cuore della città più suggestiva del mondo, è comparsa quell'orribile e deforme striscia nera, a difenderla è rimasto solo il popolo grillino. E neanche tutto. Di fronte a quella mossa a sorpresa, pure la pentastellata Donatella Iorio non se l'è sentita di schierarsi al suo fianco. E si aggiunta al coro di chi, da Calenda a Salvini, da Zingaretti fino alle onlus che nella difesa dei cittadini, dei beni artistici o dello stesso fiume capitolino hanno la propria ragion d'essere, ha giudicato il rifacimento della pista ciclabile che attraversa la città eterna un obbrobrio senza senso.    Sono solo lavori in corso, stiamo scegliendo il colore adatto, si sono affrettati a sostenere dal Campidoglio, a partire dall'assessore alle infrastrutture, Linda Meleo, chiamata direttamente in causa. Ma mentre qualcuno già iniziava a pensare che fosse tutto un polverone creato ad arte, la sovrintendenza ha sentenziato: via quell'asfalto dal Tevere. C'è chi assicura che la pista fosse lì da 15 anni, chi ha  riesumato la pellicola della Grande bellezza per respingere le critiche, chi punta il dito su Alemanno e chi se la prende addirittura con Veltroni. Ma ci sono foto che dimostrano inequivocabilmente che il manto di asfalto, almeno in alcuni tratti, è stato gettato senza troppi problemi sui secolari sampietrini, mentre in altri punti è stato sovrapposto frettolosamente ad una pavimentazione preesistente, che invece avrebbe dovuto essere rimossa. Gli esperti, comunque, spiegano che senza andare al risparmio ci sarebbero state soluzioni ben più adatte e armoniose con il contesto. Intendiamoci, la pista, sicuramente, cambierà. E il Comune, in qualche modo, ci metterà una pezza. Ma anche se dovesse diventare la ciclabile più bella del pianeta, come sostengono i grillini, per togliere dalla testa dei romani quell'immagine dell'orribile e deforme striscia nera che all'improvviso ha serpeggiato sull'argine del non più biondo ma leggendario Tevere, ci vorrà del tempo. Sicuramente più dei pochi mesi che separano la Raggi dalla temeraria sfida con gli elettori.

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