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Paolo Crepet parla della retorica "donna-vittima": "Mettere al bando un uomo per un sospetto svilisce anche le donne"

Costanza Cavalli intervista per Liberotv Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, sul tema della retorica della "donna-vittima", che sembra essere diventata un'arma più efficace della legge al punto da anticipare le sentenze, è strumento di potere, è dispotica arma normalizzatrice. Come si combatte il pensiero unico? Facciamo due esempi: Cristiano Ronaldo, che da 5 anni è sotto scacco per un’accusa di violenza non provata, e la biografia di Philip Roth che è stata bloccata perché il suo autore è indagato per molestie. Senza alcuna sentenza. La lotta alla violenza sulle donne ha inventato una nuova forma di violenza? A questo punto, chiunque può essere accusato di un crimine contro una donna ed essere epurato dalla vita sociale molto prima dell’accertamento della verità. Chi difende più gli uomini? Oggi il maschio è “cattivo” per definizione, è la strada per arrivare a “inutile”? Abbiamo a che fare con un nuovo medioevo dove le antiche lotte fra Comuni oggi è tradotto come lotta fra generi, isolamento in enclave che nascondono la brama di prevalere dietro il pianto cronico delle minoranze. Come si fa ad arrivare al Rinascimento?

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