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Pietro Senaldi, il retroscena sul "no" alla sfiducia a Speranza: "Cosa ha ottenuto il centrodestra", vincono sia Salvini sia Meloni

Il direttore Pietro Senaldi interviene sulla mozione di sfiducia al ministro della Salute presentata da Giorgia Meloni. Il Senato ha confermato la fiducia a Roberto Speranza e Senaldi dice: “Finché c'è Covid c'è Speranza”. La lettura più banale della vicenda è quella che la Meloni non doveva presentarla perché così ha rafforzato il ministro e che ha spaccato il centrodestra. Ma, secondo Senaldi, servirebbe una lettura della cosa più profonda: esce veramente più rafforzato Speranza? “Mica tanto”, dice il direttore di Libero,  “perché questa mozione ha innescato una trattativa tra centrodestra e centrosinistra di governo. E il centrodestra per votare la fiducia a Speranza ha portato a casa due cose: il fatto che a metà maggio salterà o slitterà il coprifuoco e che si varerà una commissione d'inchiesta parlamentare sulla gestione del Covid che vede sul banco degli imputati Speranza e Conte. Tutte queste cose probabilmente non si sarebbero ottenute così facilmente senza la mozione di sfiducia della Meloni”. E poi: è così diviso il centrodestra? “Non più di ieri”, puntualizza Senaldi. “Si sa che c'è una parte all'opposizione e una parte al governo che cerca di portare avanti le istanze, le battaglie degli elettori di centrodestra. La conferma di Speranza è quindi più una brutta notizia per il Paese che per la salute del centrodestra”.

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