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Anche i grandi artisti sbagliano. Guardate cosa ha combinato Picasso con i Balletti Russi

La sperimentazione pittorica può giocare brutti scherzi agli artisti. L’affresco con l’Ultima Cena di Leonardo  sta pian piano scomparendo.  Stessa sorte per la versione del 1910 dell’Urlo di Munch. I girasoli di Van Gogh da gialli stanno progressivamente diventando viola. Anche Pablo Picasso è rimasto vittima dei materiali che ha usato nelle sue opere. Ma le sue tele non si dissolvono, invecchiano. Il motivo? Lo ha scoperto un team internazionale e multidisciplinare di scienziate, tra cui Francesca Izzo, ricercatrice di Scienze Chimiche per i Beni Culturali all’Università Cà Foscari di Venezia che hanno studiato quattro opere di Picasso realizzate a Barcellona nell’estate del 1917 ispirate ai balletti russi. Il perché una sola tela si è invecchiata precocemente lo spiega la stessa Francesca Izzo:  «Le analisi svolte mettono in luce che Picasso ha dipinto con colori ad olio, contenenti sia il tradizionale olio di lino, sia oli meno siccativi come l’olio di cartamo e di girasole. In un caso, poi, ipotizziamo che l’artista abbia sperimentato l’uso, non ancora in voga nel 1917, di pitture semi-sintetiche. Le tele utilizzate dall’artista sono di cotone, su cui Picasso ha steso due diversi strati di preparazione: uno ottenuto con colla animale, l’altro invece con olio siccativo. In entrambi i casi mescolati con pigmenti diversi (biacca, barite, ossido di zinco, etc). Inoltre, è interessante notare la presenza dei cosiddetti “saponi metallici”, composti che si formano per interazione tra il legante e alcuni ioni rilasciati dai pigmenti che possono provocare danni ben visibili, sia a livello estetico che a livello di stabilità chimica e meccanica». Con i nuovi risultati scientifici a disposizione si potranno affinare le strategie di conservazione preventiva e valutazione delle condizioni di conservazione (in particolare del ruolo dell’umidità) ed esposizione delle opere. Un ottimo risultato. Su tutti i fronti.

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