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Rientro a scuola, si riparte il 26 aprile ma il governo è senza un piano

Quanti studenti ci saranno in classe, si riprende al 50 per cento o al 75? Ci saranno test salivari all'ingresso o serve proprio un tampone per potere accedere alle lezioni? La campanella suona il 26 aprile per milioni di ragazzi italiani, ma come al solito la confusione regna sovrana e i presidi, non sanno che pesci pigliare e soprattutto vogliono dal ministero dell'Istruzione regole chiare. A lanciare l'allarme, tra gli altri, è Paolino Marotta, presidente di Andis, l'Associazione nazionale dei dirigenti scolastici. Per Marotta bisogna aggiornare subito il protocollo di sicurezza anche in relazione alla diffusione delle varianti Covid e bisogna delegare proprio ai dirigenti scolastici, che meglio conoscono la situazione di ogni singolo istituto e la capienza delle aule, il compito di definire le percentuali degli alunni ammessi. Il governatore del Veneto Luca Zaia auspica a breve un incontro con l'esecutivo, i sindacati dicono che sui trasporti è ancora tutto in alto mare e chiedono di rivedere il via libera del 26. Il ministro Patrizio Bianchi tace e il governo sul tema rischia voti bassissimi.

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