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Covid, nel Lazio regione arancione non c'è più posto nelle terapie intensive. L'allarme del primario

Nel Lazio arancione non c'è più posto in terapia intensiva. E' l'allarme lanciato sulle colonne del Messaggero da Simone Bianconi pneumologo e direttore del centro Covid dell'ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma. «Siamo saturi», dice il primario, tanto da dover scegliere a chi lasciare il posto in terapia intensiva. Sia chiaro: non è che una persona molto anziana col Covid sia destinata al decesso, ma lo deve avere in una forma lieve, Se sviluppa una polmonite con un'insufficienza respiratoria grave - chiarisce il medico - le possibilità sono scarsissime». Il Lazio è in zona arancione dal 30 marzo e lo resterà per due settimane. Ma nonostante l'indice Rt e il dato dell'incidenza  facciano ben sperare, i numeri relativi ai pazienti Covid ricoverati sono ancora alti. Stando ai dati del 28 marzo della Regione Lazio, sono 380 i pazienti gravi ricoverati, mentre il precedente picco era di 364 del tre dicembre scorso. E nel mese di marzo si sono registrati in tutta la regione 157 nuovi ingressi nelle terapie intensive. Insomma non facciamo illudere dai colori. Anche un arancione a volte può nascondere brutte sorprese.
 

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