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Vittorio Feltri contro i festeggiamenti per l'Unità d'Italia: "Il nostro Paese una chimera, lo sapevamo anche 160 anni fa"

Il direttore di Libero Vittorio Feltri traccia un bilancio sull'Unità d'Italia proprio nei giorni in cui ricorre l'anniversario dei 160 anni: "Il 17 marzo si sono celebrati i 160 anni della fondazione dell'Italia unita. Sono trascorsi quasi due secoli e purtroppo in Italia le differenze sociali ed economiche sono ancora notevoli a seconda delle zone. Ma non è questo il vero problema, il punto è che l'operazione risorgimentale fu condotta prevalentemente dai borghesucci, cioè dagli avvocati, dai preti ecc da chi non era esattamente appartenente al popolo, un ceto medio che ha voluto a tutti i costi combattere questa guerra per unificare il Paese e la guerra è stata vinta perché non c'erano in realtà nemici dall'altra parte, in sostanza Garibaldi fece una passeggiata...

I Mille erano un esercito agguerrito, ma tra i mille non c'era neanche un contadino, c'erano per esempio dei valligiani bergamaschi che avevano accettato di seguire Garibaldi perché offriva due pasti al giorno, qualche bicchiere di vino e un sigaro toscano, oltre a un abbigliamento di lana che consentiva di stare al calduccio. Il problema è che il Risorgimento è stato condotto da una elite e per questo non ha portato quella coesione che in molti si aspettavano... Poi nel 1915 c'è stata una guerra, la più cretina che potesse esserci... Una guerra che non ha portato nulla all'Italia... E poi c'è stata la seconda guerra mondiale...".      

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