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La felicità degli altri e le ombre della propria vita

Oggi Lucia Esposito per la rubrica Un libro in due minuti parla de La  felicità degli altri (La Nave di Teseo)  di Carmen Pellegrino, una storica e abbandonologa che a lungo si è dedicata allo studio dei luoghi abbandonati, di quei borghi che nel tempo di sono svuotati di vita. In questo la Pellegrino romanzo si occupa di persone abbandonate,  delle rovine che sono dentro di noi, delle macerie che si accumulano soprattutto nella prima parte della nostra vita, quando siamo bambini. Come la protagonista che sente il non amore di chi l’ha messa al mondo.  Il romanzo parla di ombre, quelle che ci portiamo dietro e che troppo spesso ci portiamo dietro rassegnati senza mai avere il coraggio di guardarle in faccia. Pellegrino che con i suoi precedenti romanzi ha già vinto il premio "Rapallo Carige opera prima" con “Cade la terra”  e il premio Dessì con “Se mi tornassi questa sera accanto”, con “La felicità degli altri” è candidata allo Strega. Questo libro non è per tutti.  Le parole non scivolano sulla pelle ma entrano nelle ossa, sono parole che fanno male. Neanche una parola è sfuggita alla penna della Pellegrino che fa un lavoro di cesello, come se dovesse incastrare ogni parola proprio in quello spazio. Consigliato a chi non ha paura di fare la posta alle proprie ombre.

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