Scuole e famiglie nel caos: studenti a casa, ma nessun aiuto ai genitori
Come ampiamente previsto da questa mattina 5,6 milioni di studenti - due su tre - saranno costretti a seguire le lezioni a distanza. Non è ancora ufficiale, ma con ogni probabilità tra pochi giorni gli studenti in Dad saranno quasi 8 milioni, nove su dieci. Si dirà, sicuramente il governo avrà predisposto tutte le misure idonee a facilitare la vita dei poveri genitori. Avrà considerato che mamma e papà non possono affidarsi al buon cuore dei nonni, soggetti a rischio-Covid, e che quindi saranno costretti a fare i salti mortali tra smart working, collegamenti interrotti e bisogni alimentari e fisiologici dei pargoli. E invece no.
Esistevano i congedi parentali retribuiti che però sono stati sospesi a gennaio. C’è l’impegno a reintrodurli nel decreto sostegno, ma per organizzare il menage familiare i genitori hanno bisogno di certezze, non di vaghe promesse. Non si poteva provvedere prima?
Così come era previsto che per i figli di determinate categorie di lavoratori – medici in primis ma anche per altre professioni considerate essenziali – potessero mandare i figli a scuola. Bene. A questa mattina regioni e governo non sapevano ancora dare indicazioni su quali fossero questi lavori essenziali. Oggi ci riempiremo la bocca con belle parole sulle donne. Ma per aiutarle davvero dovremmo in primis aiutare le famiglie.