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Vaccini, Mario Draghi è l'unico ad aver letto i regolamenti dell'Europa. Che ora ci copia

Costanza Cavalli. Facciamo il punto sui vaccini: i primi segnali d’intelligenza nella confusa questione dei vaccini sono frutto di un cortocircuito fra l’autorità di Mario Draghi e il buon senso degli australiani. Ieri mattina infatti è arrivata la reazione di Canberra alla decisione italiana di bloccare l’invio di 250mila vaccini AstraZeneca perché l’Oceania è considerata “non vulnerabile”. Il primo ministro australiano Scott Morrison ha incassato il “no” del nostro Paese e ha spiegato: “In Italia le persone muoiono al ritmo di 300 al giorno. Sono in una situazione di crisi senza freni. Questa non è la situazione in Australia”. Il fatto sconcertante è che Draghi, con questa iniziativa senza precedenti, non ha fatto altro che applicare il regolamento europeo. Infatti a fine gennaio la Commissione europea ha creato il meccanismo di notifica e autorizzazione per l’export di vaccini anti-Covid fuori dall’Unione. Anche la Francia ha appoggiato la scelta italiani: "Potremmo fare lo stesso" ha detto Olivier Veran, ministro della Salute francese

Quello del premier italiano sembra il primo gesto chiaro in una vicenda dove il caos ormai regna globale: secondo il quotidiano online Politico oltre la metà dei tedeschi e più di un francese su tre afferma che l'UE ha fatto un pessimo lavoro nella gestione dei vaccini contro il Coronavirus. Austria e Danimarca stanno stringendo accordi con Israele per la produzione di vaccini di seconda generazione, mentre Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca guardano a Russia e Cina. Le carenze nella distribuzione di vaccini hanno anche riportato agli onori della cronaca la questione della scarsa trasparenza nei contratti fra il continente e le case farmaceutiche: nei giorni scorsi è tornato a circolare il video di un intervento che risale al 10 febbraio dell’europarlamentare francese Manon Aubry, esponente della Sinistra Unitaria Europea. Aubry ha attaccato la presidente Ursula von Der Leyen sulla trasparenza dei contratti, che sono stati resi noti ma con i dettagli essenziali “oscurati”, per cui non è possibile conoscere prezzi, consegne, scadenze, responsabilità; E sui brevetti, la cui proprietà rimane delle multinazionali.

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