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Vittorio Feltri stronca l'inchiesta sulle mascherine cinesi: "Ha fatto bene Domenico Arcuri a prenderle dalla Cina"

Il direttore Vittorio Feltri parla ai telespettatori di Libero Tv dell'inchiesta per le forniture di mascherine arrivate dalla Cina quando, nella fase iniziale della pandemia, le mascherine non si trovavano: "La soluzione sarebbe stata facile. Visto che il nostro è un Paese pieno di imprese tessili e bastava pagare queste aziende che avrebbero fornito tutte le mascherine di cui avevamo bisogno, ma questo non è accaduto. Cos'è successo? Che quattro o cinque signori sono andati in Cina, hanno sfruttato le loro conoscenze e hanno offerto allo Stato italiano una quantità mostruosa di mascherine. Lo Stato ha accettato perché doveva dare le mascherine al popolo e questi signori hanno guadagnato una montagna di soldi".

"E' ovvio, mica possono lavorare gratis, è immorale lavorare gratis. Inoltre il principio do ut des è millenario, vuol dire che è legittimo. In Italia però chi guadagna tanti soldi viene considerato male perché i soldi vengono considerati lo sterco del diavolo come se fosse un peccato guadagnare, mentre è un merito. E allora parte l'iniziativa giudiziaria e qualcuno è già andato in galera. Hanno coinvolto nella vicenda anche Arcuri, che a me non è molto simpatico, ma se Arcuri ha comprato mascherine sul mercato internazionale ha fatto bene, altrimenti le mascherine non le avremmo avute. Allora bisogna guardare ai risultati non a queste questioni. E l'idea che coloro i quali hanno guadagnato e ci hanno dato la possibilità di difenderci con le mascherine venga perseguito a me sembra brutto. Non si può avere la moglie ubriaca, che è meglio resti sobria, e la botte piena, che è meglio resti sempre piena. 

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