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Vittorio Feltri sul suicidio di Antonio Catricalà: "Per farla finita non voglio spararmi in testa. Il governo si dia una mossa"

Il direttore di Libero Vittorio Feltri parla del suicidio dell’ex garante dell’Antitrust e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà: “Quest’uomo si è sparato un colpo in testa e la notizia ha sconvolto sia chi gli era vicino che l’opinione pubblica. Spesso il suicida viene criticato perché il nostro Paese, di formazione cattolica, rifiuta la soppressione della propria vita. Bisogna però ammettere che in certi casi vanno comprese le ragioni che inducono una persona a togliersi la vita. E il caso di Catricalà nono è nuovo: gli era stato diagnosticato un tumore irreversibile, che avrebbe avuto un decorso tragico e quindi, davanti all’ipotesi di un periodo di sofferenza prima della morte, ha deciso di farla finita in anticipo. Per questo non me la sento di condannarlo. Anzi, sono piuttosto amareggiato perché i nostri governi non riescono ad affrontare il tema del suicidio assistito. Mentre io credo che, poiché ciascuno di noi è padrone della propria vita, nella nostra legislazione andrebbe introdotta una normativa riguardante l’eutanasia. La cosa più strana è che molti cattolici fanno una guerra spietata a chi propone l’eutanasia: io vorrei dire ai cattolici che nessuno li obbliga a utilizzare questa libertà e non capisco perché debbano impedire a me di usarla. La libertà o è bilaterale o non è libertà. Non critichiamo chi è a favore del suicidio assistito, approviamo una norma che sia rigida ma che non costringa spararsi un colpo in testa in caso di necessità”.  

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