Bari, ricettazione ed esportazione reperti archeologici: 4 misure
I carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari hanno eseguito tra Puglia e Lazio un'ordinanza di applicazione di misure cautelari personali, emessa dal gip del Tribunale di Bari su richiesta dalla Procura barese, nei confronti di 4 indagati per associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione ed esportazione illecita di reperti archeologici e numismatici. Gli indagati sono complessivamente 32.L'ordinanza scaturisce dall'indagine, convenzionalmente denominata "Art Sharing", avviata nel 2020 dal Nucleo TPC di Bari, che ha portato alla disarticolazione di un sodalizio criminoso dedito allo scavo clandestino, operato da tombaroli e trafugatori esperti, per l'impossessamento illecito e furto di beni culturali appartenenti al patrimonio indisponibile dello Stato, alla conseguente ricettazione tramite uno stabile canale di approvvigionamento e una consolidata rete logistica finalizzata all'occultamento, alla determinazione del valore, alla predisposizione di documentazione per l'attribuzione di un'apparente lecita provenienza dei beni. Il sodalizio, inoltre, si occupava del trasporto mediante autoveicoli appositamente predisposti e corrieri professionisti e delle comunicazioni atte a eludere eventuali investigazioni (canali telematici anziché telefonici, utilizzo di un linguaggio criptico e false identità personali), oltre alla successiva uscita ed esportazione illecita dal territorio italiano, potendo contare sulla stabile disponibilità all'acquisto da parte di soggetti, anche stranieri, a vario titolo coinvolti nella catena della ricettazione.