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Generale Vannacci, la verità su Unifil: "O si cambia mandato o ci si ritira"

“La missione Unifil è sotto il capo 6 delle Nazioni Unite, che prevede la risoluzione pacifica delle controversie internazionali. Le sembra una risoluzione pacifica quella che è in atto nel sud del Libano? Assolutamente no. La missione Unifil oltretutto aveva un mandato, quello di garantire l’inoffensività delle parti in gioco, quindi evidentemente questo mandato è venuto meno, vuoi perché non sono stati messi in condizione di portarlo a termine, vuoi per altre ragioni”.

Lo ha detto il generale ed eurodeputato Roberto Vannacci, in occasione del dialogo avuto a Roma con Marco Rizzo durante una sessione del VI congresso nazionale Meritocrazia Italia, a Roma. “Unifil in questo momento con questo mandato lì può veramente poco, quindi secondo me sarebbe ragionevole, per i decisori, che sono a New York, prendere le decisioni conseguenti”, continua quindi Vannacci, che suggerisce, “in maniera pragmatica”, due linee da seguire: “O si ritira il contingente, perché con quel mandato non può garantire nulla e diventa inutile e probabilmente anche dannoso, perché vista l’attività bellica in corso rischia di avere delle perdite. Oppure si cambia il mandato".

"Ma attenzione - sottolinea l'eurodeputato della Lega -, cambiare il mandato non è semplice, perché quando si parla di guerra non sono scartoffie. Cambiare mandato da capo 6 a capo 7, quindi da peace keeping a peace enforcement, vuol dire poi cambiare anche la forza e il contingente e dotarlo di tutti quegli strumenti necessari per portare a termine la missione. Altrimenti lei mi manda una bicicletta a correre in un circuito di Formula 1”. “Meglio il ritiro? Questa è una decisione che dovrà prendere chi è sul posto e ha la contezza di quello che sta succedendo. E poi i decisori che sono a New York”, conclude quindi il generale.
 

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