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Napoli, manifestazione pro-Palestina davanti alla sede Rai

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Circa 100 manifestanti si sono radunati davanti ai cancelli della sede Rai di Napoli, in viale Marconi, per protestare a seguito delle 18 denunce e 4 obblighi di firma emessi dal Tribunale per i disordini del 13 febbraio scorso. In quella data gli attivisti pro Palestina si diedero appuntamento sempre davanti ai cancelli Rai per una manifestazione di dissenso per la cancellazione dell'intervento di Antonio Scurati dal programma di Serena Bortone. In quell'occasione ci furono degli scontri tra Polizia e manifestanti, con diversi feriti o contusi da ambo le parti. "Questa conferenza stampa è a seguito degli avvenimenti di ieri quando, all'alba, alcuni attivisti sono stati prelevati dalle proprie case e portati in Questura per alcune misure cautelari (18 denunce e 4 obblighi di firma), per gli eventi del 13 febbraio scorso dove centinaia di uomini e donne protestavano perché l'Amministratore Delegato della Rai censurava un monologo che parlava del genocidio in Palestina". Inizia così la conferenza stampa degli attivisti con le parole di Edoardo Sorge, del Laboratorio Politico Iskra, tra i destinatari delle misure cautelari.

"Le misure vengono applicate non tanto perché qui fuori (alla Rai) abbiamo resistito a delle cariche perché non era possibile contestare l'ad della Rai, ma è precisato che in questo Paese se si vanno a mettere le mani dinanzi alla Leonardo, alle aziende dell'industria militare, allora non si può più manifestare contro la guerra" conclude Sorge. A ricevere le misure cautelari anche Dario Oropallo, sempre del Laboratorio Politico Iskra: "La commissione di queste misure cautelari è solo la mitigazione di un'accusa ben più grave, il divieto di dimora in Campania per 18 persone, indagate perché erano presenti, a manifestare, qui davanti alla Rai e davanti i cancelli della Leonardo. Questo è ciò che accade quando la sfida del dissenso viene portata contro il potere mediatico della Rai e contro il potere dell'industria bellica della Leonardo. È vietato dissentire, non è più possibile prendere posizione e dire non siamo d'accordo".

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