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Delitto Senago, sorella Giulia: “Impagnatiello aveva capito che potevo allontanarla da lui”

 “Giulia era convinta di vivere la sua vita da sola col bambino. Mia sorella ha subito una continua vessazione, un ritornare sui proprio passi, un cambiare versione un nascondere indizi, rivalutare versioni che erano state date poco prima che per una persona pervasa da sentimenti di qualsiasi genere iniziano a distillare il dubbio se sto realmente vedendo quello che credo oppure no. Una situazione psicologica pesante, volutamente creata affinché lei non confidasse più neanche nella sua stessa lucidità e fosse dipendente da quello che lei diceva”. Così Chiara Tramontano, all’uscita dalla Corte d'Assise di Milano, dopo aver reso testimonianza nel processo contro Alessandro Impagnatiello, reo confesso dell'omicidio della fidanzata, Giulia Tramontano, uccisa con 37 coltellate lo scorso 27 maggio. “Era una persona chiusa ma che poi nei rapporti dava il 100 per cento, a volte dimenticandosi di proteggere se stessa. Io mi sono resa conto che quando loro avevano un momento di pace e di serenità io venivo lasciata fuori e lui probabilmente non le diceva di me che ero una brava sorella, lui la ha allontanata al punto tale che per una settimana Giulia non mi ha detto più nulla di loro, perché probabilmente lui diceva di non darmi retta, perché era una persona con dei pregiudizi. Lui aveva capito che io ero quella che poteva allontanare Giulia da lui e voleva farmi fuori. Sul tribunale c'è scritto giustizia per tutti, quindi ci aspettiamo che giustizia sia fatta”.

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