Sandra Milo e "Ciro?": l'atroce scherzo in diretta e i sospetti
Ha fatto la storia del nostro cinema, Sandra Milo, lavorando a fianco di registi leggendari come Federico Fellini (a cui è stata legata anche da un rapporto sentimentale "clandestino"), Antonio Pietrangeli o Roberto Rossellini. Ma nel suo piccolo, e forse per il motivo sbagliato, ha scritto una pagina indimenticabile anche della tv.
Diventata conduttrice per il piccolo schermo negli anni Ottanta, l'attrice scomparsa oggi a 90 anni e ancora attivissima fino a poche settimane fa è stata protagonista di uno dei primi, e più crudeli, scherzi telefonici in diretta. Un episodio che destò incredibile clamore attirando parecchie critiche e sospetti sia sulla Rai sia sulla stessa "Sandrocchia". Lo spezzone, diventato un cult anche sui social dopo essere stato trasmesso centinaia di volte da programmi come Blob, risale all'8 gennaio del 1990.
Sandra stava conducendo la trasmissione L'amore è una cosa meravigliosa quando una telespettatrice si collega per chiederle cosa stessa ancora facendo in onda, avvisandole che suo figlio Ciro aveva avuto un incidente stradale e che versava in condizioni gravissime in ospedale. Immediata e drammatica la reazione della Milo, che si alza e lascia lo studio con le mani sul volto e in lacrime. Il suo "Ciro oddio dove?" è diventato un tormentone, ma non tutti sanno che la conduttrice pochi secondi dopo ha avuto un malore costringendo la Rai a sospendere la puntata.
Successivamente, una volta saputo che l'incidente non era mai avvenuto e che la "notizia" era una bufala, sono spuntate le teorie più disparate, compresa quella più "complottista" secondo cui il siparietto sarebbe stato concordato con la stessa Milo con l'obiettivo di aumentare gli ascolti e l'interesse riguardo al programma di Rai 2. La Rai ha anche aperto un'inchiesta interna, ricorda il Messaggero, ricostruendo il nome fornito alle centraliniste dalla telespettatrice (Maria Ramondio, falso anche quello) e stabilendo come il telefono dal quale provenne la telefonata era associato all'utenza degli uffici Alemagna, in Via del Corso a Roma. Dettagli che non hanno mai contribuito a diradare i sospetti: trappolone o no?