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Salario minimo, Giuseppe Conte strappa il testo: è caos in Aula

Le opposizioni ritirano la firma al progetto di legge per il salario minimo. Accade dopo che la Camera ha respinto l'emendamento per riproporre una soglia di 9 euro l'ora nella delega al governo in materia di retribuzione dei lavoratori e di contrattazione collettiva. Il provvedimento, in discussione in Aula, è stato approvato la scorsa settimana dalla commissione Lavoro e cancella di fatto l'introduzione di una paga oraria minima proposta da Pd, M5S, Azione, Avs e Più Europa. 

Da qui l'intervento accalorato di Elly Schlein. "Il governo - ha tuonato - ha scelto di sottrarre al Parlamento il diritto di discutere e di votare. Questa è l'idea di democrazia del governo Meloni. Un antipasto del premierato: tutti i poteri concentrati nelle mani del capo e il popolo chiamato ogni 5 anni ad acclamarlo. Ma la democrazia è un'altra cosa". Finita qui? Niente affatto: "Abbiamo raccolto 500mila firma e ve ne siete fregati. Affossate una proposta giusta per l'Italia, calpestate le prerogative del Parlamento e delle opposizioni. La Costituzione non vi autorizza ad abusi di potere sulle minoranze". E infine l'affondo: "Avete scelto definitivamente da che parte stare, chi rappresentare, quali interessi difendere. Doveva essere un governo dalla parte degli italiani, siete solo dalla parte degli sfruttatori, e avete dato uno schiaffo agli sfruttati. Vergogna". 

Non è stato da meno Giuseppe Conte. Come la leader del Pd, anche il numero uno del Movimento 5 Stelle si è scontrato in Aula arrivando a strappare i fogli che aveva in mano. "Il governo Meloni ha gettato la maschera e ha votato no al salario minimo legale - ha esordito l'ex premier -. Con la stessa arroganza con cui fate fermare un treno per far scendere un ministro, avete fermato la speranza di tutti questi lavoratori sottopagati". E ha assicurato: "Questa battaglia è stata rallentata con questo voto, ma noi la vinceremo. Il Paese è con noi". Da qui il gesto: ritira firma e strappa il testo in Aula.

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