Loch Ness, inizia la più grande caccia al mostro: cos'hanno avvistato
È ancora caccia al mostro di Loch Ness. In Scozia sono ripartite le ricerche nel più grande e profondo lago del Paese. I ricercatori hanno intenzione di trovare prove dell'esistenza di Nessie utilizzando droni con immagini termiche, telecamere a infrarossi e un idrofono per rilevare i suoni subacquei nelle acque torbide dello specchio d'acqua. Si tratta della più grande indagine sul lago degli ultimi 50 anni e prevede che i volontari scrutino l'acqua dalle barche e dalle rive del lago, mentre altri in tutto il mondo si uniscono grazie alle webcam.
Stando alla leggenda una misteriosa creatura acquatica abiterebbe le gelide e profonde acque del bacino. Le cronache della vita di San Columba di Iona raccontano di quando, nel 564, l’abate di origine irlandese respinse con il segno della croce una terrificante "bestia acquatica" emersa dal lago. Ma è a cominciare dagli anni Trenta che i presunti avvistamenti iniziarono a riempire le prime pagine dei giornali locali.
Nel 1933 l’Inverness Courier scrisse che i coniugi Aldie e John Mackay, manager dell’hotel Drumnadrochit, avevano identificato sulla superfice dell’acqua un’enorme creatura "simile a una balena". Poi arrivò anche la prima fotografia. Fu Hugh Gray a immortalare il lungo corpo sinuoso del mostro di Loch Ness che nuotava in superficie facendo ribollire l’acqua.