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Bimba morti di stenti, la zia: "Mai sospettato per la salute di Diana"

"Provo tanta rabbia, dispiacere, non capisco il perché, non era sola e abbandonata, sono altre le persone sole e abbandonate". Così Viviana Pifferi a margine della sua testimonianza nel processo a carico della sorella Alessia Pifferi, imputata di omicidio volontario pluriaggravato della figlia Diana, trovata morta di stenti in casa il 20 luglio 2022 dopo essere stata abbandonata per sei giorni. Nell'udienza iniziata questa mattina alle 9.30 si è seduta sul banco dei testimoni anche la madre delle due, Maria Assandri. "Avete visto come stava mia mamma - ha detto Viviana Pifferi riferendosi alle parole della mamma rotte dal pianto in aula ricordando il momento in cui era venuta a conoscenza della gravidanza e poi del parto della figlia oggi in carcere -. Aveva proposto di tenere la bambina anche solo per passatempo, senza mai sospettare di nulla e lei non ne ha mai approfittato".

"È stato l'ennesimo colpo - ha aggiunto - perché poi ha dovuto riaprire quella casa e sistemarla, lì dove è morta sua nipote. È pesante la situazione, lei (Alessia Pifferi NdR) sarà in carcere ma noi la viviamo da fuori giornalmente". "Ha distrutto tutti l'idea che la bambina stesse bene e cresceva, era l'impressione di tutti, il convivente forse la vedeva più di noi e nemmeno lui aveva avuto il sospetto", ha concluso rispondendo alle domande dei cronisti parlando delle testimonianze dell'ex marito della 37enne, Francesco Miranda, e del fidanzato di Pifferi all'epoca dei fatti, Angelo D'Ambrosio, entrambi sentiti nella Corte d'Assise di Milano presieduta da Ilio Mannucci Pacini davanti ai giudici popolari.

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