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Pupetta Maresca, morta la prima donna boss della Camorra. Quel video inviato a Giovanni Terzi

Addio a Pupetta Maresca, la prima donna boss nella storia della Camorra. La sua carriera criminale era iniziata nel 1955, quando l'85enne nata a Castellammare di Stabia come Assunta Maresca, aveva ucciso (appena ventenne) il mandante dell'omicidio del marito, Pascalone 'e Nola. La donna si diceva "rovinata dai pentiti": "Ho pagato con lacrime e affanno le mie scelte. La prima volta perché l'uomo a cui ho sparato avrebbe fatto lo stesso con me. Cosa dovevo fare, farmi uccidere? Ero incinta. Mi veniva incontro con il braccio teso e la pistola in pugno. Con lui c'erano i suoi killer. Io mi sono difesa".

Pupetta, che ha ispirato la fiction di enorme successo a lei dedicata e interpretata da Manuela Arcuri nel 2013, era stata intervistata pochi mesi fa da Giovanni Terzi per Libero, a cui aveva dedicato questo affettuoso video ai fornelli, intenta a cucinare pasta e fagioli, un classico della cucina campana. "Il carcere che mi ha fatto veramente male è stato quando sono stata arrestata la seconda volta, per avere parlato di Cutolo che a quei tempi uccideva tutti i giorni. Io urlavo nel carcere, per l'ingiustizia che avevo subito, quattro anni per aver detto che Cutolo era sostenuto dalla politica. E' vero, l'ho minacciato di morte. Lui minacciava i miei fratelli e io avevo davanti agli occhi mio padre che piangeva".

Aveva fatto scalpore nel 1982, in piena guerra di Camorra, la sua pubblica discesa in campo contro il boss Raffaele Cutolo: "Se per Nuova Famiglia si intende tutta quella gente che si difende dallo strapotere di quest'uomo, allora mi ritengo affiliata a questa organizzazione". Poco dopo, venne arrestata con l'accusa di aver ordinato l'omicidio di Aldo Semerari, il criminologo e psichiatra che aveva dichiarato pazzo Cutolo. Una accusa da cui uscì assolta. 

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