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Green pass in mensa, Maurizio Landini: "Sì all'obbligo vaccinale". Si è convinto: Libero e Senaldi lo dicono da giorni

Sul Green pass nelle mense aziendali rischia di scoppiare la Cgil e pure l'Italia. Il segretario del principale sindacato italiano, Maurizio Landini, si è detto contrario all'obbligo per i dipendenti di esibire il certificato verde per poter accedere nei locali comuni e mangiare nei posti di lavoro, ma molti iscritti e molte imprese e fabbriche si stanno già organizzando autonomamente, per mettere in sicurezza i lavoratori. La stragrande maggioranza degli iscritti, infatti, sembra essere schierata a favore dei vaccini e del Green pass. Forse è per questo che Landini, per uscire dall'impasse e sfilarsi di dosso la nomea di no-vax, in una intervista al Corriere della Sera usa una scorciatoia: vaccinarsi, spiega, è un "dovere sociale" ed "è responsabilità del governo e del Parlamento di rendere per legge obbligatoria la vaccinazione. Se lo fanno, noi siamo d'accordo. Non è il momento delle divisioni e delle strumentalizzazioni". Vaccino obbligatorio, di fatto l'equivalente del Green pass. "La nostra Costituzione prevede che l'obbligo di un trattamento sanitario può essere assunto solo con una norma di legge - sottolinea -. Credo sia venuto il momento di aprire seriamente questa discussione nel nostro Paese e in Europa. Spetta a governo e Parlamento legiferare. Noi siamo stati i primi a realizzare i protocolli per la sicurezza nei luoghi di lavoro e a prevedere le vaccinazioni in azienda".

Fondamentalmente, e sorprendentemente, lo stesso ragionamento che da giorni portano avanti il condirettore Pietro Senaldi e Libero: per disarmare definitivamente i no-vax, non servono né "opere di convincimento" perfettamente inutili né manifestazioni di piazza "sì vax", che al contrario darebbero forza agli scettici e ai contestatori. L'unica via d'uscita è l'obbligo vaccinale. È lo Stato a doverci mettere la faccia, non i singoli cittadini né una sigla sindacale. 

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