Pompei, ritrovati i corpi di due ragazzi pietrificati dall'eruzione del 79 d.C. Immagini storiche
I corpi di due antichi pompeiani travolti dalla furia dell’eruzione del 79 d.C. sono riemersi dalle ceneri grazie alla tecnica dei calchi in gesso. La scoperta è avvenuta durante l’attività di scavo in località Civita Giuliana, a 700 metri a nord ovest di Pompei. Nel mese di novembre, nonostante la chiusura del Parco, le indagini di scavo sono proseguite, portando alla luce i resti di due uomini, con molta probabilità un ricco pompeiano e il suo schiavo, morti nel 79 d.C. durante la grande eruzione del Vesuvio.
La prima vittima è, quasi certamente, un ragazzo tra i 18 e i 23 anni, alto 1,56 metri. Ha il capo reclinato, con i denti e le ossa del cranio ancora parzialmente visibili; indossa una tunica corta, di lunghezza non superiore al ginocchio. Le gambe sono nude. La presenza di una serie di schiacciamenti vertebrali, inusuali per la giovane età del ragazzo, fa pensare che potesse svolgere lavori pesanti, quelli di uno schiavo. La seconda vittima ha il volto riverso a terra. Le braccia sono ripiegate con le mani sul petto, mentre le gambe sono divaricate e con le ginocchia piegate. L’abbigliamento è più articolato rispetto all’altro uomo. La robustezza del corpo, soprattutto a livello del torace, suggerisce che anche in questo caso sia un uomo, più anziano però rispetto al primo, con un’età compresa tra i 30 e i 40 anni e alto circa 1,62 metri.
Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev