Capotreno aggredito a Milano a colpi di machete: ecco il video
Ecco il video realizzato subito dopo l'aggressione feroce a un macchinista e un capotreno che sono stati colpiti a colpi di machete alla fermata di Villapizzone, alla periferia di Milano, secondo le prime indiscrezioni da un gruppo di sudamericani che non volevano mostrare il biglietto sul treno del passante ferroviario che da Rho porta a Rogoredo. Dopo l'aggressione, due sudamericani sono stati fermati dalla polizia. Il capotreno, secondo il 118 che ha diffuso la notizia, è stato gravemente ferito a un braccio ed è ora ricoverato all'ospedale Niguarda in gravi condizioni. Dopo una notte passata sotto i ferri, i medici sarebbero riusciti a salvare, riattaccandolo, il braccio dell'uomo ferito. L'intervento è durato otto ore: "Il ferito aveva una lesione grave da fendente al braccio sinistro - hanno spiegato i medici - , lesione che ha portato a una sub-amputazione. Si è cercato di recuperare la funzionalità del braccio e la prognosi verrà sciolta nei prossimi giorni". La speranza è che possa recuperare la piena funzionalità dell'arto e che venga del tutto scongiurata l'amputazione. Le foto dal luogo dell'aggressione Guarda la gallery Testimone - Un'aggressione terrificante, accaduta intorno alle 21.50 e il Passante ferroviario, che porta passeggeri anche verso Expo, ha subito notevoli ritardi a causa del traffico convogliato su un solo binario, come ha spiegato Trenord. Il gruppo, composto da tre o cinque giovani è riuscito a fuggire prima dell'arrivo della polizia. All'aggressione avrebbe assistito una donna che è scappata subito dopo per lo spavento. Secondo quanto ricostruito finora dalla Polizia ferroviaria, il capotreno avrebbe chiesto i biglietti ai pochi passeggeri pronti a salire a bordo a Villapizzone, compreso il gruppetto di almeno tre sudamericani. Il gruppo di immigrati si sarebbero rifiutato di mostrare il titolo di viaggio e uno di loro ha estratto un machete da una borsa colpendo al braccio il controllore. Un ferroviere libero dal servizio è intervenuto in suo aiuto ma è stato colpito alla testa (non è ancora chiaro se con la lama o altro) riportando un trauma cranico. Doppio fermo - Dopo l'arrivo del 112, è scattata la caccia all'uomo tra i sottopassi e i parchetti della zona. E nei dintorni, i poliziotti hanno visto due giovani che si allontanavano: sono stati inseguiti e bloccati. Secondo quanto si è appreso, addosso a uno dei due sono state trovate tracce di sangue. Il secondo ragazzo corrisponde alla descrizione fornita agli investigatori da alcuni testimoni (corrispondevano la statura e, soprattutto, gli abiti). Due dei presunti aggressori, dunque, sarebbero stati fermati, anche se le verifiche sono ancora in corso. Da parte suo, Andrea Gibelli, presidente di Trenord, si è detto "atterritto e arrabbiato per episodi di violenza ormai troppo frequenti". La nota di Fs - Dopo l'aggressione, Fs in un nota ha condannato l'aggressione, e ha denunciato che senza maggiore sicurezza la società potrebbe non garantire il servizio in alcune fasce orarie: "È l'ennesimo episodio, questa volta particolarmente grave per la violenza con cui sono stati aggrediti i due lavoratori uno dei quali versa in condizioni molto preoccupanti. Il personale in servizio sui treni è ormai trasformato in vittima inerme di questi atti di violenza", si legge nella nota di Fs. "Le Ferrovie dello Stato Italiane chiedono l'intervento delle Istituzioni e una maggiore presenza delle forze dell'ordine per arginare un problema grave che riguarda la sicurezza delle migliaia di viaggiatori che ogni giorno si servono del treno per i loro spostamenti e per il personale in servizio. Metteranno in atto, con la collaborazione delle organizzazioni sindacali, tutte le azioni possibili per arginare e contrastare il fenomeno a tutela della sicurezza dei dipendenti e dei viaggiatori". La nota poi aggiunge che "qualora si constatasse l'assenza dei requisiti minimi di sicurezza, le FS Italiane avrebbero difficoltà a garantire il servizio in alcuni orari: l'incolumità dei clienti e dei dipendenti, che ogni giorno lavorano sugli oltre 6mila convogli in tutto il territorio nazionale, non può essere messa a repentaglio".