Trieste, il dominicano ha sfilato due pistole ai poliziotti in Questura. "Fondine difettose", cosa risulta
"La dinamica di quanto accaduto in Questura a Trieste è chiara". Secondo la ricostruzione fornita dal questore Giuseppe Petronzi a Sky Tg24, sono state addirittura due le pistole d'ordinanza delle quali si è impossessato il dominicano Alejandro Augusto Stephan Meran, il 29enne immigrato regolare che venerdì pomeriggio ha ucciso l'agente scelto Matteo Demenego e l'agente Pierluigi Rotta dopo una sparatoria. Leggi anche: Il killer dominicano affetto da "disagi psichici". Sospetto: la farà franca? Tutto inizia quando, in via Carducci, una donna viene rapinata e denuncia di essere stata scaraventata a terra da un ragazzo di colore che le aveva rubato il motorino. Nel pomeriggio arriva una chiamata alla sala operativa nella quale un dominicano, Carlysle Stephan Meran (fratello dell'assassino) riferisce di avere appreso dal fratello Alejandro che quest'ultimo era l'autore della rapina e si dice disponibile ad accompagnare le forze dell'ordine al domicilio dell'uomo per recuperare il mezzo. L'uomo precisava anche che il fratello "soffriva di disturbi psichici, pur non essendo allo stato seguito dai servizi di igiene mentale". Versione confermata dalla stessa Questura: il killer "allo stato non è seguito dai servizi di igiene mentale di questo capoluogo". Tra l'altro il 29enne sentito dai magistrati (l'accusa è di omicidio plurimo e tentato omicidio, solo per un caso nella stanza c'erano solo i due poliziotti morti), si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il Sap, sindacato autonomo della Polizia, ha puntato il dito contro i sistemi di sicurezza carenti in dotazioni agli agenti, a cominciare dalle "fondine difettose" dei due poliziotti grazie a cui il dominicano avrebbe facilmente sottratto loro la pistola. Dalle prime indagini, le fondine delle due vittime sequestrate per verificarne l'integrità non risulterebbero avere danni tali da comprometterne la funzionalità. Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev