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No-Tav, teppisti in azione in Valsusa: fumogeni, reti divelte e sassaiole

Tutto come previsto: disordini e tensioni in Valsusa alla marcia No-Tav, con i facinorosi che hanno provato ad aggirare dall'alto la cancellata posta dalle forze dell'ordine lungo il sentiero Gallo-Romano che conduce al cantiere della Torino-Lione. Le forze dell'ordine hanno risposto col lancio di alcuni lacrimogeni. Centinaia di dimostranti hanno iniziato ad arretrare lentamente lungo lo stradone che si snoda al fianco di un dirupo. L'intera l'area è invasa dal fumo. In precedenza c'era stato anche un lancio di sassi mentre un gruppo di persone - la gran parte delle quali incappucciate - stava cercando di tagliare con un flessibile la pesante cancellata a sbarramento del sentiero che dall'abitato di Giaglione conduce al cantiere. Parte della cancellata è poi stata divelta, tagliata. Violenti in azione, insomma, come previsto e come troppe volte è accaduto in Valsusa. Secondo gli organizzatori hanno partecipato alla marcia in quindicimila, molti meno secondo altre fonti: non sarebbero più di qualche migliaio. Intanto già 40 di loro sono stati denunciati. Tra questi vi sarebbero alcuni esponenti del centro sociale Askatasuna e un leader nazionale del movimento No Tav. La protesta è stata organizzata dopo il sì del premier, Giuseppe Conte, all'opera. I No-Tav da giorni avevano annunciato che l'obiettivo era "raggiungere il cantiere", la cosiddetta "zona rossa" di Chiamonte. Alberto Perino, leader storico del movimento, aveva chiesto di evitare ogni tipo di violenza: "Io spero sia una manifestazione bagnata, ma partecipata, fatta con la testa e non con la pancia perché chi oggi tira una pietra, una castagna o qualunque cazzata sappia che lo fa solo per fare un regalo a Salvini, non certo per il movimento non certo per il No tav". E ancora: "È una manifestazione per ricordare che ci siamo, c'eravamo, ci saremo sempre e saremo sempre in mezzo ai piedi a loro". Nel mirino dei manifestanti anche i M5s, che di fatto avevano promesso di impedire l'opera senza riuscirci: l'accusa è quella di tradimento. "Comunichiamo che non ci facciamo prendere in giro e non si farà prendere in giro da nessuno", dicono i manifestanti. "Diciamo a tutti i politici, M5S in primis, che i loro giochi di potere e di poltrone non ci interessano. Dopo le parole di chi in campagna elettorale aveva promesso che la Tav non si sarebbe fatta ci ritroviamo a dover sentire stupidaggini a mezzo stampa su costi e opportunità. Non ci sono governi amici, ma non significa che in molti non sperassimo che ci fosse una vittoria. Siamo in tanti a far sentire la nostra voce con forza e determinazione. Non accettiamo intimidazioni. Fermare la Tav tocca a noi", hanno concluso.  Nel video (Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev) l'inizio della marcia No-Tav

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