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Terremoto in centro Italia, nelle case delle vittime: "Ricostruzione? Nessuno ne parla"

Metrature, spazi assegnati, immobili persi e soldi che forse non rivedranno mai: ascoltare la testimonianza di uno sfollato del sisma che due anni fa ha cambiato il volto delle località appenniniche fa rabbia, specie perché volgendo lo sguardo al centro-storico dei paesi e dei borghi pare di trovarsi di fronte a villaggi fantasma. Tutto è fermo all'agosto e all'ottobre del 2016 e l'erba alta che spacca l'asfalto lascia ben intendere che in alcune zone non si è mai andati oltre al delimitare con transenne. Come a Pieve Torina, comune di 1383 abitanti in provincia di Macerata, messo completamente ko dallo sciame di ottobre. Come raccontato nel servizio dedicato ad Arquata del Tronto e alle sue frazioni, anche a Pieve Torina l'unico reale contatto con lo Stato è la casermetta dei carabinieri ricavata in un container e il via vai di mezzi militari. Il resto è tutto sospeso nel tempo e accennare alla ricostruzione genera nei terremotati un visibile senso di disagio. Ma la presenza di un giornalista può talvolta essere occasione per aprirsi e per testimoniare uno stato d'animo comune un po' a tutti gli abitanti dei paesi del cratere... di Marco Petrelli

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