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Donne e Giustizia, Vincenzo De Luca: "Educare i ragazzi a non diventare uomini di scarto"

«Dobbiamo spiegare ai ragazzi che l'essere uomini non significa sopraffazione e violenza contro le donna. Dobbiamo educarli sin dai banchi di scuola a non diventare “uomini di scarto” come dice Erri De Luca. Nel rispetto della donna, che da parte sua deve ribellarsi alla violenza e uscire dall'isolamento. Ma accanto al lavoro di prevenzione e tutela delle vittime, serve anche la repressione». Così il presidente della Regione Vincenzo De Luca, a margine della conferenza stampa di presentazione del progetto «Donne e Giustizia», promosso dall'Accademia Italiana delle Scienze di Polizia Investigativa e Scientifica (AISPIS), per contrastare con azioni concrete il fenomeno della violenza di genere. Il progetto nasce dalla necessità di fornire un'efficiente risposta integrata che - partendo dal territorio locale - possa connettersi sia a livello regionale che nazionale per garantire giustizia e sicurezza. L'AISPIS che ha come scopo la formazione didattica nell'ambito delle Scienze Investigative nonché in discipline correlate, si è resa disponibile alla formazione gratuita del personale delle forze dell'ordine di ogni ordine e grado, nell'ambito della prima edizione dell'iniziativa proponendo la costituzione di una task-force territoriale che possa, coerentemente con gli obiettivi dell'Accademia, rispondere alla richiesta urgente di giustizia e sicurezza da parte delle vittime di violenze ossia nello specifico: donne e figli minori, anche immigrate ridotte in schiavitù o vittime di tratta ai fini di sfruttamento sessuale, o di mutilazioni genitali femminili. La formazione è fondamentale per le buone prassi a partire dalla modalità di accoglienza ed ascolto in luoghi adeguati e rispondenti alle indicazioni di legge, alle modalità di ricezione della denuncia-querela, alla conoscenza di misure di tutela e tecniche investigative. «Finalmente si cerca di concretizzare un aiuto verso le vittime di - dichiara la Ippolito -. Il mio ruolo esterno a quello dell'Accademia, appartenendo alla Polizia Locale in provincia di Napoli ed avendo esperienza quotidiana sul territorio, è quello di creare una rete che dia una risposta integrata, che - partendo dal territorio locale - possa connettersi sia a livello regionale che nazionale per garantire giustizia e sicurezza alle vittime. In qualità di criminologa investigativa mi rapporto a storie legate a tante violenze, ma la difficoltà che incontro spesso è di far intervenire in maniera sinergica tutte le istituzioni preposte, nonché trovarmi di fronte ad operatori non informati e formati sulla tematica ed una forte lentezza procedurale». «Nel 2017 più di 2300 donne si sono recate nei nostri centri antiviolenza – ha detto Chiara Marciani, assessore regionale alle pari opportunità - solo nel Comune di Napoli sono state 503 le donne preso in carico». «Di queste donne il 70% ha figli minori - ha aggiunto - e il 30% non ha un lavoro stabile. La Regione sostiene, non solo psicologicamente e legalmente, ma anche economicamente le donne, anche con un progetto come quello che oggi vogliamo portare avanti. Si tratta di percorsi formativi per persone che si trovano a contatto con le vittime di violenza e servirà anche a preparare le persone per riconoscere i segni della violenza». «Molto spesso, infatti, queste donne - ha concluso la Marciani - si recano nei pronto soccorso con lividi che nascondono la violenza, senza denunciare la violenza stessa di cui sono vittime». Alla presentazione sono intervenuti oltre alla Marciani e alla Ippolito, la presidente del Consiglio reginale Rosa D'Amelio; in rappresentanza dell'Accademia Italiana delle Scienze di Polizia Investigativa e Scientifica Alvaro Mossi, Marilena Bonifacio, Bianca Dama e Antonella Cortese; e l'attrice Antonella Stefanucci, testimonial dell'iniziativa.

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