Come difendersi da maniaci e rapinatori: le regole d'oro dell'esperto Andrea Bisaschi
Andrea Bisaschi è maestro di Wing Chun (uno stile di Kung Fu cinese), istruttore di arti marziali miste e preparatore atletico. Insomma, uno che sa menare e che con una sola mossa neutralizza anche il più spietato aggressore. Per questo si resta spiazzati quando dice: «Per difendersi le arti marziali non bastano». Cosa fa, rinnega le arti marziali? «No, penso che la tecnica da sola non basti. Puoi conoscere mille mosse ma se non riesci a gestire la paura dell' aggressione hai poche possibilità di avere la meglio sul malvivente. Per questo ho sviluppato un mio metodo, BSD Evolution, che insegna prima di tutto a controllare le emozioni». Ma come si fa a non perdere lucidità quando ci si ritrova davanti un aggressore? «Alcune ricerche della polizia tedesca hanno evidenziato che un' attenta prevenzione diminuisce del 70% la probabilità di subire un' aggressione. Nei miei corsi (che si svolgono a Parma, Modena, Reggio Emilia, Verona e Capri, ndr) trasformo un allievo in un osso duro per il predatore. Tranne casi rarissimi la scelta della vittima non avviene a caso. Pensi solo a quante persone avanzano per strada con gli occhi sul dispaly del cellulare. Ecco, queste sono prede facili perché distratte e, quindi, vulnerabili». Ci dica come bisogna camminare per evitare che ci scippino la borsetta o che ci sfilino il portafogli dalla tasca. «La postura eretta, il mento alto, lo sguardo vigile. Nei miei corsi insegno a sviluppare una visione periferica che consiste nel vedere quello che accade al di fuori del proprio campo visivo». Dobbiamo lasciare il cellulare in borsa quando camminiamo. Giusto? «Sì. Bisogna poi sviluppare l' osservazione analitica». Ci faccia un esempio. «Sono in aeroporto ad agosto. Vedo un uomo con una giacca di tre taglie più grande e fuori ci sono 40 gradi. Magari no, ma forse è un terrorista. La prima cosa da fare è avvisare la vigilanza spiegando i propri dubbi». Torniamo agli occhi: cosa fare se ci sono persone sospette che ci fissano? «Né sostenere lo sguardo perché sarebbe una sfida, né abbassarlo. Bisogna piuttosto spostarlo lateralmente mantenendolo alla stessa altezza». Se una donna deve fare benzina di sera e al distributore automatico vede un' auto con a bordo due uomini? «È meglio rinunciare al rifornimento in quella stazione. Fermarsi significa non azzerare la percentuale di rischio». Può essere utile per noi donne avere in borsetta uno spray al peperoncino? «Sì, ma lo spray è un' arma e quindi bisogna saperlo usare, altrimenti è inutile. Anzi, può essere controproducente». Quando una donna esce sola di sera cosa può fare oltre ad essere vigile? «Una tecnica può essere quella di digitare il numero 113 sul cellulare e schiacciarlo in caso di necessità. Ma anche qui bisogna sapere cosa dire. Molte chiamano la polizia e in preda al panico ripetono "aiuto, aiuto", ma così si perde solo tempo. La prima cosa è dire il proprio nome e cognome e poi la strada in cui ci si trova». Ma se nonostante l' aria vigile, lo sguardo attento e il 113 digitato sul cellulare si viene aggrediti? «Chi sa controllare la propria paura, chi non trema, chi non si blocca, può reagire». La classica ginocchiata nelle parti intime? «No, meglio una palmata sul naso». Ci spieghi come si fa. «Si schiaccia il palmo della mano sul naso del malvivente e poi, quando la si ritrae, approfittarne per graffiare». Se si è seguiti in auto? «Serve la prova della rotatoria che dà la certezza di essere seguiti. In questo caso il consiglio è di fermarsi davanti a un locale pubblico o andare, sempre in auto, in questura». Se ci si ritrova con i ladri in casa? «Anche qui vale il principio della prevenzione. Alle finestre di casa ho le persiane blindate: perfino io che insegno agli altri a difendersi potrei rimanere spiazzato se un ladro entrasse nella stanza di mio figlio. Se i rapinatori sono nella zona giorno e voi in quella notte, chiudete la porta che divide gli ambienti e metteteci davanti un mobile. Nel frattempo chiamate la polizia. L' ideale sarebbe avere una "safety room". Basta anche un ripostiglio: l' importante è che in questa stanza ci sia un telefono per chiedere aiuto e una porta blindata dietro cui rifugiarsi. Se non avete tempo e vi ritrovate davanti i ladri, il consiglio è di dar loro i soldi. Se vogliono farvi del male ribellatevi con tutte le vostre forze. Chi ha una pistola denunciata può utilizzarla per legittima difesa. Ma bisogna sapere come e quando sparare e, comunque, questa è l' extrema ratio». di Lucia Esposito