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Filippo Facci: capotreno Trenord licenziato per aver detto "negro di m..." all'aggressore

La morale traetela dopo, il consiglio ora è di leggere e basta. Siamo sul treno regionale 5353 proveniente da Brescia e diretto a Cremona, all'altezza di Olmeneta. La tratta appartiene a Trenord, la società che gestisce il trasporto ferroviario in Lombardia: Legambiente l'ha recentemente bollata - la tratta - come una delle peggiori d'Italia. È sabato 26 settembre 2017 e il capotreno sta controllando i biglietti. Si chiama Giordano Stagnati, un cremonese che ha 25 anni anche se sembra più vecchio, perché è stempiato. È stato assunto a giugno. Stagnati, il capotreno, pare che dapprima multi una ragazza di cui non sappiamo il nome. Poi passa a chiedere il biglietto a Moussa Diatta, 23 anni, senegalese classicamente vestito come un senegalese, con scarpe da ginnastica, pantaloni-gonna, cappello, zainetto. È assolutamente in regola col permesso di soggiorno, chiariamo, ma soprattutto è alto e piazzato. Qui la dinamica non è subito cristallina - pare che il senegalese abbia dato del «razzista» al capotreno - ma quel che è certo è che Moussa Diatta il biglietto non ce l'aveva, non ce l'ha, dunque, dopo qualche schermaglia, consegna una carta di credito prepagata per saldare il biglietto forse con sovrapprezzo, o pagare una multa, non ha importanza. Inserita nel "pos" del controllore, la carta risulta senza copertura come certificato dal micro-scontrino di non-pagamento che la macchinetta ha sputato fuori. Comincia una discussione che è sicuramente un'escalation di violenza, anche se fisicamente e verbalmente il senegalese, che si alza in piedi, pare molto più aggressivo. I due vengono alle mani, il capotreno è schiaffeggiato e finisce subito a terra, accovacciato, seduto a terra come un bambino, il senegalese che gli gira intorno (siamo, più o meno, nella piazzola di collegamento tra le carrozze) e le urla attraggono gli altri passeggeri che si tengono però a debita distanza. Il capotreno ha in mano la carta prepagata (vuota) di Moussa Diatta, che la rivuole, e, da in piedi, cerca di strappargliela mentre l'altro urla ogni cosa (ma non bestemmie, come testimonia un video) sinché riesce a prendergli il tablet di servizio, il palmare, quello che si scrive con la penna elettronica. Intanto il treno si è fermato (in una stazione del Bresciano) e la porta però è stata bloccata: forse dal capotreno prima di finire a terra, per evitare che l'altro fuggisse. Capotreno che però è sempre a terra, sovrastato dall'altro, che gli si muove attorno innervosito. Urla, confusione, «ridammi il palmare», «io non ti do niente finché non mi ridai la mia carta», «smettila, smettilaaaaaa» grida il capotreno, che ha quasi una crisi isterica. «Eccola, eccola la tua carta», grida Stagnati, che la getta via, ma, per un curioso gioco destino, testimoniato dal video, la carta si libra e plana proprio fuori dal finestrino della porta, quella bloccata. «Dammi il palmare», «io non ti do niente finché non mi ridai...», «la carta è là, vai a pigliartela» grida Stagnati che è sempre a terra. «Allora ti prendo anche il cellulare» grida il senegalese che si accovaccia su Stagnati, ed ecco che ricomincia la collutazione, il capotreno urla per difendersi e morde pure il braccio che tenta di prendergli il "pos" (quello che il nero chiamava cellulare) e «smettilaaaa» grida Stagnati, sempre seduto a terra, disperato, con un passeggero che cerca di tranquillizzarlo. Ma Diatta, alla fine, è riuscito a prendergli anche il pos. «Sei un negro di merda» grida Stagnati coi pugni chiusi, sempre a terra come un bambino, mezzo isterico e impotente. Intanto una ragazza, quella multata in precedenza, filma tutto. Un tizio ha già allertato i Carabinieri. Moussa Diatta non sa bene che fare, e a un certo punto si allontana alla ricerca di un' uscita aperta, mentre il capotreno finalmente si rialza e, richiuso il finestrino (che forse era stato aperto da Diatta, nel tentativo di aprire la porta da fuori), va dietro al senegalese e gli urla «dove cazzo vaiiiii...». Senegalese che riesce a lasciare il treno alla stazione di Bagnolo Mella, scappando a piedi, ma i Carabinieri hanno già fatto in tempo a bloccare tutte le strade. Lo arrestano, recuperano il palmare e il pos, l' accusa provvisoria è rapina, resistenza a incaricato di pubblico servizio e lesioni personali. Già nell' aprile precedente Moussa Diatta era stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale: ora l' appuntamento è per il 24 gennaio 2018 davanti al gup di Brescia. La cosa, però, fa rumore. E, a modo suo, notizia. Anzi, fake news. La ragazza che aveva filmato tutta la scena, quella che era stata multata in precedenza, mette su Facebook un filmato "tagliato" in cui praticamente si sentono solo le urla che il capotreno, disperato, rivolge da terra al senegalese. Stagnati è descritto come un «malato psicopatico da rinchiudere» e nel filmato si sente la voce della ragazza, rivolta al capotreno, che gli mormora «lurido pezzente razzista». Stagnati in pratica viene descritto come un capotreno che va in giro a mordere le persone sprovviste di biglietto. La ragazza verrà querelata: più che altro per il "taglio" fazioso al filmato. Dato l'accaduto, in attesa di capire bene, Trenord sospende Stagnati per tre mesi. E, il 14 dicembre, viene licenziato in tronco, senza preavviso: il suo comportamento - si legge nelle motivazioni del provvedimento a lui diretto - «non è consono alle mansioni proprie della Sua figura professionale e dell' azienda che Lei rappresenta mentre indossa l' uniforme aziendale ed esercita funzioni di incaricato di pubblico servizio». Bene. Ora potete trarre la morale che volete. Tra queste: non si devono mordere i violatori della legge che ti derubano dei tuoi strumenti di lavoro, oppure: se incontrate un "portoghese" giovane e in forma fate finta di niente, oppure: il biglietto agli stranieri di colore non va neppure chiesto, oppure: occorre mantenere un aplomb britannico mentre un nero ti mena e ti rapina di beni aziendali che tu hai cercato vanamente di riprenderti. Ora Stagnati è disoccupato, ma farà causa a Trenord. di Filippo Facci

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