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Furti, dopo 85 colpi presa la banda della "chiave bulgara"

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Li si sarebbe potuti definire "i fabbri delle rapine", per la loro capacità di aprire pressochè tutte le serrature grazie alla cosiddetta "chiave bulgara", un set di ferri di varie misure che avevano la meglio di qualunque porta blindata senza per di più lasciare segni di effrazione. E da fabbri, spesso, si vestivano. Indossando tute da artigiani, salivano negli appartamenti con le scale o gli ascensori senza indurre alcun sospetto negli ignari condomini che, come mostrano le telecamere di videosorveglianza dei caseggiati, incontravano ogni tanto recandosi al "lavoro" o subito dopo aver messo a segno un altro colpo. Ottantacinque, in tutto, i colpi che la banda, costituita da cittadini bulgari e georgiani, è riuscita a mettere a segno nelle più svariate parti d'Italia. Solo che e dai e dai, i carabinieri hanno iniziato a mettere assieme i vari filmati delle telecamere di sorveglianza dei palazzi colpiti dalla banda, e a metterne assieme i pezzi. L'atto finale s'è compiuto nelle scorse ore, quando 28 persone sono state arrestate in Germania e in Italia con una operazione diretta dai carabinieri di Chivasso, in provincia di Torino. Nella maxi operazione che ha portato all'abbattimento della banda, i carabinieri hanno fatto diverse scoperte interessanti. A Reggio Emilia è stato trovato il deposito della dove era stoccata la refurtiva prima di essere spedita in Georgia. Inoltre è stata scoperta una vera e propria palestra dello scasso, dove i membri della banda si allenavano per migliorare i tempi di apertura delle serrature di porte e casseforti. Gli arrestati tutti georgiani ora dovranno rispondere della accuse avanzate dalla procura di Torino.

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